Rebreanu, Liviu
romanziere romeno (Târlisina 1885-Pitesti 1944). Completati gli studi a Budapest e Vienna, dopo una breve esperienza di vita militare, entrò nel giornalismo, stabilendosi a Bucarest. La sua vocazione letteraria si sviluppò con coerente continuità con novelle e romanzi di tendenze diverse, dal tema patologico di Ciuleandra (1927) al nebuloso metafisico di Adamo ed Eva (1925), in tutti sperimentando le sue doti di osservazione psicologica e di rappresentazione epica. Di queste doti Rebreanu ha lasciato la più valida testimonianza in tre grandi romanzi: Ion (1921), La foresta degli impiccati (1922), e soprattutto La rivolta (1928). Protagonista del primo romanzo è la terra bramata con ossessiva febbre di possesso da Ion, che per essa tradisce il suo destino d'uomo, sino a sacrificare non solo i suoi affetti ma la sua stessa vita. In La foresta degli impiccati, dramma dell'intellettuale romeno transilvano, Rebreanu affronta il tema politico nei suoi complessi riflessi psicologici. La rivolta è il capolavoro della narrativa romena e uno dei romanzi più forti della letteratura universale. In esso, muovendo dal tema sociale, inquadrato in una determinata situazione storica (la rivolta contadina del 1907 contro il latifondo, placata nel sangue) la narrazione si eleva, grazie anche alla nudità dello stile, alla forza dell'epos.