Raimóndo IV
conte di Tolosa e marchese di Provenza, detto Raimondo di Saint-Gilles (Tolosa 1042-Tripoli 1105). Conte di Tolosa alla morte del fratello Guglielmo (1092) e marchese di Provenza, già distintosi nella reconquista spagnola, fu il primo signore a offrire a Urbano II la propria spada per la I Crociata (1095), aspirando anche a ottenere il supremo comando, che il papa diede invece al vescovo Ademaro di Le Puy. Partito con la moglie Elvira d'Aragona, il figlio Alfonso e con molti cavalieri della Francia meridionale (1096) e raggiunta con difficoltà Costantinopoli, dove era stato preceduto da Goffredo di Buglione, Boemondo d'Altavilla e altri grandi signori, prestò all'imperatore Alessio I Comneno un giuramento di vassallaggio meno impegnativo di quello degli altri, volendo riservarsi una posizione di privilegio rispetto ai rimanenti crociati (1097). Partecipò valorosamente alle battaglie di Nicea e di Dorileo e alla conquista di Antiochia (1098), alla quale rinunciò dopo un'aspra contesa con Boemondo d'Altavilla, che finì col prevalere. Danneggiato dalla morte di Ademaro di Le Puy, suo protettore, e dal venir meno della fede nella “santa lancia”, ritrovata in Antiochia e da lui ciecamente venerata, nonché dalla sua piena fiducia in un intervento armato di Alessio I Comneno, proseguì con ardore la marcia verso Gerusalemme, alla cui conquista contribuì coraggiosamente, tanto che gli fu offerta la corona (1099). Avendola rifiutata, il sommo potere fu conferito a Goffredo di Buglione (“difensore del Santo Sepolcro”) e, alla morte di questi, a Baldovino I suo fratello (primo re di Gerusalemme), mentre Raimondo IV, lasciati i Luoghi Santi, si spingeva verso la Cilicia, per contendere al suo maggiore rivale, Boemondo, ulteriori conquiste. A Costantinopoli ottenne da Alessio I Comneno il comando di nuove schiere crociate dal quale si attendeva la riconquista di un prestigio che aveva ormai perduto. Fallita quest'impresa, fu anche preso prigioniero per qualche tempo dagli Antiocheni. Grazie ad aiuti genovesi e all'appoggio imperiale riuscì negli anni successivi a impadronirsi di Tortosa e ad attaccare Tripoli, dove morì non pima di aver avviato la formazione dell'omonima contea, che durò sin verso la fine del sec. XIII. Gli succedette il figlio Bertrando, mentre la moglie Elvira e il figlio Alfonso tornarono a Tolosa. Raimondo IV fu celebrato come uno dei più valorosi crociati, tanto nella tradizione occidentale che in quella bizantina, e come tale figura nella Gerusalemme liberata di Tasso e nell'Alessiade di Anna Comnena.