Polo per le libertà
coalizione di centro-destra italiana sorta (con la denominazione di Polo per le Libertà e per il Buongoverno) in vista delle elezioni politiche del 1994. Come per la contrapposta coalizione di centro-sinistra, l'Ulivo, la sua nascita era favorita dall'emanazione nel 1993 di una nuova legge elettorale che, nell'intento di semplificare il sistema politico nazionale in favore del bipolarismo, obbligava i singoli partiti a unirsi in due schieramenti alternativi attraverso l'introduzione del criterio maggioritario uninominale per l'attribuzione del 75% dei seggi e di uno sbarramento del 4% per la restante quota del 25% dei seggi attribuiti con il proporzionale. Originariamente composto da Forza Italia (FI), movimento politico fondato all'inizio del 1994 da S. Berlusconi, MSI-Alleanza Nazionale e Centro Cristiano Democratico (CCD), il Polo per le libertà, alleandosi con la Lega Nord guidata da U. Bossi, riusciva a vincere le elezioni politiche del marzo 1994, consentendo allo stesso Berlusconi di assumere la guida del governo, e confermava alcuni mesi più tardi questo risultato elettorale alle elezioni per il Parlamento Europeo grazie soprattutto all'affermazione di Forza Italia, divenuta il primo partito italiano. Contrasti tra questa formazione e il MSI-Alleanza Nazionale da una parte e la Lega Nord dall'altra conducevano però alle dimissioni del governo (dicembre 1994). Alle elezioni politiche del 1996 il Polo per le libertà, cui si era aggiunto il CDU, non riusciva a raccogliere la maggioranza dei seggi, andata alla coalizione di centro-sinistra dell'Ulivo guidata da R. Prodi. Forza Italia, collocandosi al secondo posto dopo i Democratici di Sinistra, rimaneva la componente elettoralmente più forte dello schieramento, consentendo a Berlusconi di consolidare definitivamente la propria leadership. La ferma opposizione ai governi di centro-sinistra guidati da Prodi e, dall'ottobre 1998, da M. D'Alema rafforzava la compattezza interna del Polo per le libertà, nonostante qualche divergenza tra Berlusconi e G. Fini, leader di MSI-Alleanza Nazionale, interessata a occupare uno spazio autonomo da Forza Italia nell'ambito del centro-destra e diffidente verso una nuova alleanza con la Lega Nord, accusata di velleità secessioniste. La progressiva trasformazione di FI in un partito radicato capillarmente nel territorio nazionale e l'abbandono da parte di MSI-Alleanza Nazionale (ormai denominatasi solo Alleanza Nazionale) dei vecchi residui neofascisti in favore di una linea liberalconservatrice ricompattavano comunque il Polo per le libertà che alle elezioni per il Parlamento Europeo del giugno 1999 vedeva le due formazioni guadagnare rispettivamente il primo e il terzo posto tra i partiti italiani. Superati pertanto i contrasti interni e rinnovata l'alleanza con la Lega Nord, il Polo per le libertà replicava questo successo alle elezioni regionali del 2000, i cui effetti scuotevano il quadro politico nazionale provocando le dimissioni del governo D'Alema e la nascita di un esecutivo guidato da G. Amato. La continuità al governo della maggioranza di centro-sinistra suscitava l'insistente richiesta di elezioni anticipate da parte del Polo per le libertà che, superate le ultime diffidenze di AN, inglobava anche la Lega, in una coalizione a livello nazionale che assumeva il nome di Casa delle Libertà. La nuova coalizione risultava vincente alle elezioni politiche del maggio 2001 consentendo allo stesso Berlusconi di formare un governo di centro-destra.