Pogonòfori
sm. pl. [dal greco pṓgōn-onos, barba+-foro]. Phylum (Pogonophora) di invertebrati marini vermiformi che annovera circa un centinaio di specie prevalentemente di acque profonde, nelle quali abitano in tubi chitinosi piantati nel fondo. Hanno corpo cilindrico, sottile, lungo da pochi centimetri a quasi 2 m, nel quale si distinguono quattro regioni: un protosoma, provvisto di uno o più tentacoli cavi, rivestiti di brevi pinnule e ricchi di cellule ghiandolari, un mesosoma, un metasoma assai lungo e un opistosoma anulato e setoloso. La parete del corpo è rivestita di cuticola ricca di ghiandole e possiede muscolatura circolare e longitudinale. La cavità del corpo, ritenuta un celoma, è priva di parete, ha un paio di sacche nel mesosoma e nel metasoma e si prolunga all'interno dei tentacoli. Sono gli unici animali non parassiti privi di tubo digerente; il cibo viene captato tramite i tentacoli e digerito esternamente in una cavità formata temporaneamente da questi, che provvedono anche all'assorbimento. L'apparato circolatorio è chiuso e l'escretore consta di due celomodotti nefridiali situati nel protosoma. Il sistema nervoso mostra una dilatazione anteriore (cervello) che invia nervi ai tentacoli e si connette con un cordone dorsale. I sessi sono separati. La biologia dei Pogonofori è quasi del tutto sconosciuta; inizialmente ritenuti deuterostomi, i recenti studi sulle modalità di formazione del mesoderma e la struttura delle setole dell'opistosoma li fanno piuttosto includere fra i protostomi e ritenere affini agli Anellidi. La sistematica dei Pogonofori è ancora fonte di dibattito, perchè vengono di frequente scoperte nuove forme. Attualmente si ritiene che il phylum sia suddiviso in due subphyla (Obturata e Perviata); questa suddivisione è piuttosto recente (successiva al 1985) ed è stata proposta sulla base della presenza assenza di un setto longitudinale nell'opistosoma e sulla presenza di metameria dell'opistoma.