Pittóni, Giovanni Battista
pittore italiano (Venezia 1687-1767). Educato all'arte presso lo zio Francesco, modesto pittore seguace di A. Zonchi, ampliò in seguito la sua cultura diventando figura tra le più valide del rococò europeo. Sull'iniziale educazione barocca innestò cadenze più libere e dinamiche sull'esempio del Balestra, che in quel tempo importava a Venezia i modi dei napoletani Giordano e Solimena, e una viva sensibilità coloristica orientata verso gamme schiarite e brillanti sull'esempio del Tiepolo (Olindo e Sofronia; Diana e Atteone, Vicenza, Pinacoteca Civica; I SS. Pietro e Paolo con Pio V adorano la Vergine, Vicenza, S. Corona). La sapienza compositiva e la felicità coloristica delle numerose pale sacre e dei soggetti mitologici del Pittoni si risolvono, nel decennio 1730-40, in una valida sintesi di grazia tutta settecentesca (Sacrificio di Polissena; Continenza di Scipione, Parigi, Louvre; Adorazione dei pastori, Brescia, SS. Nazaro e Celso), per decadere nel periodo successivo in un vuoto e lezioso formalismo nato dalla ripetizione di motivi, gesti, schemi compositivi (Annunciazione, Venezia, Gallerie dell'Accademia).