Pilt Down
località della Gran Bretagna nella contea di East Sussex (Inghilterra), 3 km a NW di Uckfield, dove tra il 1909 e il 1920 furono rinvenuti resti fossili che vennero attribuiti a un antichissimo uomo (Eoanthropus dawsoni o eoantropo) a causa dell'accostamento di caratteristiche contrastanti, quali un cranio del tutto comparabile a quello di ominidi moderni e una mandibola assai primitiva del tipo di quella dei Pongidi. Per diversi decenni, alcuni tra i più famosi paleoantropologi ritennero che questo reperto, datato, sulla base di alcuni resti paleontologici rinvenuti nello stesso sito, alla fine del Pliocene o agli inizi del Pleistocene, presentasse caratteri tali da collocarlo alle origini della differenziazione tra le scimmie antropomorfe e l'uomo. Tale posizione era in netto contrasto con l'evidenza che nello stesso periodo, a partire dalla scoperta nel 1924 del cranio di Taungs da parte di R. Dart, veniva raccolta in Sudafrica relativamente alle Australopitecine. Contrariamente a Pilt Down, i fossili sudafricani presentavano una capacità cranica ancora molto ridotta, insieme a una dentatura già di tipo umano. Nel 1955, i sospetti avanzati da molti autori sull'autenticità di Pilt Down furono confermati da analisi chimiche che mostrarono come questo “fossile” fosse in realtà un'abile contraffazione, un falso appositamente costruito per confermare una preconcetta ipotesi sulla filogenesi umana sostenuta per lo più dall'antropologo inglese sir Arthur Keith. A quest'ultimo, unitamente allo scopritore del reperto Charles Dawson, alcune ricerche tendono ad attribuire l'organizzazione e la realizzazione pratica della frode.