Paekche
regione storica della Corea, corrispondente alla parte sudoccidentale della penisola. Fu sede di un regno sorto verso il 18 a. C. che si estendeva sul territorio precedentemente occupato dal regno di Manhan. Grazie alla fertilità della regione divenne ben presto lo Stato economicamente più progredito della penisola, e quindi oggetto di mire espansionistiche da parte del regno di Koguryo (a nord) e di quello di Silla (sud-est). Il Paekche fu spesso costretto a ricorrere all'aiuto del Giappone per difendere i propri confini, ma nulla poté verso il 660 d. C. davanti allo strapotere di Silla che, aiutato anche dalla sorgente dinastia cinese dei T'ang (e poi incurante delle loro pretese territoriali), si annetté tutto il territorio. Nel 668 Silla completò l'opera incorporando anche il regno di Koguryo, e unificando politicamente per la prima volta tutta la penisola. § Dell'antico regno, scarse sono le testimonianze artistiche, riferite soprattutto ai ritrovamenti nella capitale di Puyo, distrutta nel 660 dagli invasori cinesi dell'impero T'ang che per celebrare il fatto edificarono una pagoda in pietra. Più che dai reperti di Puyo (esempi di statuaria buddhistica di piccole proporzioni; vasellame bronzeo; mattonelle, o tegole, smaltate e incise con motivi naturalistici), i caratteri dell'arte coreana di questo periodo affiorano e ben si individuano nelle prime esperienze della scultura giapponese buddhistica, prodotta nell'arcipelago secondo lo stile cinese dei Wei e con la diretta manodopera di artisti e artigiani coreani. Il primo stile dell'arte buddhistica giapponese, infatti, prende l'avvio dall'arte coreana formatasi sugli apporti dell'arte cinese. In Giappone questo innesto dal continente appare documentato nelle sculture di Kudara-Kannon e di Yumedono-Kannon (Salone d'Oro del Hōryū-ji) e dall'immagine di Maitreya (Miroku Bosatsu) nel Kōryū-ji di Kyōto.