Orsini del Balzo
ramo della famiglia Orsini il cui capostipite fu Raimondo (m. 1406), secondogenito di Nicola (m. 1399), conte di Nola e di una donna di casa Sabran, che ereditando i beni di Raimondo del Balzo, conte di Soleto, unì tale cognome a quello avito. Sposò nel 1384 Maria di Enghien, contessa di Lecce, che gli portò in dote oltre alla contea altre terre pugliesi. Sostenitore, in un primo tempo, degli Angioini li abbandonò per passare nelle file dei Durazzeschi quando questi parvero soccombere. Venne dal re Ladislao investito del principato di Taranto, dove entrò nel 1399. Ivi visse dopo avervi promosso lettere e arti sino al 1405, anno in cui si ribellò a Ladislao. Gli succedette il figlio Giovannantonio (m. 1463) il quale poté entrare in possesso del suo patrimonio alla morte di Ladislao, che aveva sposato Maria di Enghien incamerandone l'eredità. Giovannantonio, fedele in un primo tempo alla regina Giovanna II, si alleò poi con Alfonso d'Aragona, insieme al quale fu fatto prigioniero e condotto a Milano da Filippo Maria Visconti (1435). Divenuto Alfonso re di Napoli, concedette a Giovannantonio il ducato di Bari, lo nominò gran conestabile del regno e gli elargì un appannaggio di 100.000 ducati per le paghe dei soldati che gli era consentito tenere. Succeduto ad Alfonso il figlio Ferdinando, Giovannantonio abbandonò la corte trasferendosi a Taranto dove si pose a capo dei baroni ribellatisi al sovrano. Sconfitto a Troia, riusci a stipulare un trattato col quale si vedeva riconfermare tutti i diritti. Morì a Taranto forse avvelenato per ordine di re Ferdinando, che incamerò il principato nel demanio regio.