Filippo Marìa
Visconti, duca di Milano (Milano 1392-1447). Figlio di Gian Galeazzo e Caterina Visconti, ebbe dal padre Pavia, che governò sotto la tutela di Facino Cane. Alla morte di quest'ultimo e del fratello, duca Giovanni Maria, assassinato nel 1412, il ducato passò ai discendenti di Bernabò Visconti, mentre Filippo Maria sposava Beatrice di Tenda, vedova di Facino Cane, la quale gli portò in dote la compagnia di ventura e i beni del primo marito. Filippo Maria poté così riconquistare Milano e poi Monza (1413). Grazie all'alleanza con i Genovesi, i Veneziani e i Savoia, il nuovo duca ottenne Lodi, Como, Piacenza, Bergamo, Brescia, Vercelli e Bellinzona, cui si aggiunse infine Genova a opera del Carmagnola (1421). Contro la politica espansionistica di Filippo Maria si unirono il pontefice, Firenze, i Savoia e Venezia: il Visconti fu sconfitto a Maclodio (1427) dal Carmagnola, passato con i Veneziani. Filippo Maria tuttavia guadagnò a sé Amedeo VIII di Savoia con la cessione di Vercelli, accompagnata dal suo matrimonio (1428) con Maria di Savoia (nel 1418 il duca aveva condannato a morte la prima moglie, Beatrice, accusandola di tradimento). Le ostilità contro Venezia e Firenze terminarono con la I Pace di Ferrara del 1428 in cui Filippo Maria cedette ai Veneziani Bergamo e Brescia. Ci fu poi una ripresa, che si concluse con la II Pace di Ferrara (1433) che mantenne inalterata la situazione. Filippo Maria combatté poi contro il papa, sostenuto da Venezia, Firenze e da Francesco Sforza, e la lotta terminò nel 1441 con la Pace di Cremona, per cui Cremona fu data allo Sforza, Genova divenne indipendente, Venezia ebbe Ravenna e Firenze il Casentino. Sei anni dopo Filippo Maria, la cui fortuna andava tramontando, moriva a Milano, mentre si preparava a riprendere la lotta contro la sua nemica di sempre, Venezia. Lasciò soltanto una figlia, Bianca Maria, che aveva sposato nel 1441 Francesco Sforza destinato a succedergli nel Ducato di Milano.