Nicomèdia

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(greco Nikomḗdeia; latino Nicomedīa), antica città dell'Asia Minore, nella Bitinia, sulla costa orientale della Propontide (Mar di Marmara), situata in corrispondenza dell'odierna città turca di İzmit. Fondata nel 262 a. C. da Nicomede I, passò per testamento ai Romani nel 75 a. C. con la nuova provincia del Ponto e della Bitinia. Dopo Augusto fu tra le più importanti città dell'impero; ne fu governatore Plinio il Giovane, dalle cui lettere a Traiano derivano molte notizie sulla città. Nicomedia raggiunse il massimo splendore sotto Diocleziano che la elesse a sua sede, ma decadde dopo il terremoto del 362 d. C. Le fonti ricordano molti templi (di Demetra, Zeus, ecc.), chiese cristiane e altri monumenti (fori, basilica, palazzo imperiale, ecc.). Sono stati identificati il teatro, il palazzo imperiale e le mura con torri. Gli scavi presso il porto hanno messo in luce una piazza con un tempio e un quartiere di abitazione da cui proviene un bel ritratto di Diocleziano.

Martiri di Nicomedia

Sono così noti i cristiani che subirono il martirio a Nicomedia sotto Diocleziano; accusati di un incendio scoppiato nel palazzo imperiale, furono sottoposti ai più barbari supplizi; fra essi Doroteo, Gorgonio e Pietro, amici dell'imperatore, e Antimo, vescovo della città.

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