Níka, rivòlta di-
rivolta scoppiata a Costantinopoli contro l'imperatore Giustiniano nel gennaio 532 (Nika, in greco, Vinci!, fu il grido di guerra degli insorti). Fu promossa dalle fazioni dei Verdi e degli Azzurri, che esprimevano interessi politico-religiosi sotto apparenze sportive, eccezionalmente solidali tra loro contro la durezza del prefetto del pretorio Giovanni di Cappadocia e per protesta contro alcune condanne arbitrarie in un momento di grave disagio economico e di tensione sociale. Dall'ippodromo, dove ebbero inizio i tumulti e gli attacchi all'imperatore, che era presente, il moto si estese all'intera città, provocando massacri, distruzioni e incendi di edifici (tra i quali il palazzo imperiale e S. Sofia); fu anche proclamato un anti-imperatore di nome Ipazio (nipote dell'imperatore Anastasio I). Giustiniano intendeva fuggire in Asia e rinunciare al trono, ma ne fu dissuaso dalla fermezza della moglie Teodora. Dopo una settimana di scontri, la rivolta fu repressa con estrema violenza dai generali Belisario e Narsete. Immediatamente dopo, l'imperatore intraprese la ricostruzione degli edifici danneggiati, a cominciare da S. Sofia, in modo sontuoso; ma si tenne fermo alla politica dura che aveva provocato la rivolta.