Musset, Alfred de-
Indicepoeta francese (Parigi 1810-1857). Figlio di nobili proprietari terrieri, studiò a Parigi: prima al liceo Henri IV, poi alla facoltà di legge che abbandonò per quella di medicina, anch'essa poi trascurata per la pittura, la musica e la poesia, sua vera vocazione. In realtà de Musset viveva già da poeta, in un'atmosfera di raffinatezza e di idealizzazione, prima ancora di scrivere. Introdotto (grazie alla sua amicizia col fratello di Adèle Foucher, moglie di Victor Hugo) nel salotto di rue Notre-Dame-des-Champs, dove i poeti romantici si davano convegno intorno al loro caposcuola e padrone di casa, vi conobbe, tra gli altri, Lamartine, Vigny e Sainte-Beuve e s'infiammò, esuberante com'era, di spirito romantico. Tuttavia la sua prima raccolta (Contes d'Espagne et d'Italie, 1830), nata sull'esempio di Hugo e di Byron, in cui il poeta canta i temi dell'amore tragico, passionale (si veda Portia, dove l'ambientazione veneziana incombe come segno di fatalità), contiene già nel gioco parodistico della Ballade à la lune la voglia di rottura con l'ambiente romantico, del tutto manifesta poi nel frammento Les secrètes pensées de Rafael, gentilhomme français apparso nello stesso anno. De Musset si dedicò quindi al teatro con entusiasmo e scrisse, sul finire dello stesso 1830, la commedia La nuit venitienne, unica opera rappresentata, ma con esito infelice. Amareggiato, ma risoluto a lottare, scelse di scrivere per i lettori, piuttosto che per gli spettatori e concepì il suo teatro come “un spectacle dans un fauteuil” (Spettacolo in una poltrona, titolo della raccolta pubblicata nel 1833 comprendente il poemetto romantico La coupe et les lèvres, la commedia A quoi rêvent les jeunes filles e il “racconto orientale” in versi Namouna). Pur non assoggettato alle leggi tecniche del palcoscenico, il teatro di de Musset rivela una lievità tutta shakespeariana insieme ad acume psicologico e a dolenti note intime. Il poemetto Rolla, che non può essere certo considerato il suo capolavoro, pubblicato l'anno stesso, piacque immensamente e gli diede la celebrità. Contemporaneamente il poeta fu travolto dalla passione per George Sand, destinata a ispirare alla sua poesia futura un senso di ironia e di distacco. L'amore per la Sand durò tre anni: si esaltò e finì a Venezia, dove la scrittrice tradì il poeta col medico Pagello. Il rivivere della fiamma a Parigi non riuscì più a riscaldare né lei né lui. Intanto de Musset, ispirato dal sentimento, aveva composto alcune delle sue migliori opere di teatro: Andrea del Sarto, Le chandelier (Il candeliere), Fantasio, On ne badine pas avec l'amour (Con l'amore non si scherza) e Lorenzaccio (1834) che, per la vivacità della ricostruzione storica e l'immediatezza del dialogo e dell'azione, è da considerare come il suo capolavoro drammatico, mentre nella commedia il poeta trionfa per lo stile, per quel badinage fatto di sfumature, d'incanto, di lievità, che conquista il cuore prima che la mente. Come narratore de Musset rimane nella storia della letteratura soprattutto per il romanzo autobiografico La confession d'un enfant du siècle (1836; La confessione di un figlio del secolo), in cui fa vivere, col protagonista, un libertino deluso, la vuotezza di un tempo che ai sogni imperiali dell'epoca napoleonica aveva sostituito la vacuità del piacere. Il pessimismo del suo animo non ancora placato si riversò nelle Poésies nouvelles (1835) e nelle quattro parti del poema Nuits (1837) dove dolore, solitudine, disinganno sono l'immagine di un uomo distrutto dall'assenzio nell'esasperazione del proprio disordine che doveva precocemente annientarlo. Ciò che non gli aveva impedito tuttavia di scrivere ancora felicemente il bel racconto Mimi Pinson (1845) e commedie come Il ne faut jurer de rien (1836), Un caprice (1837), Il faut qu'une porte soit ouverte ou fermée (1845), On ne saurait penser à tout (1849) raccolte con altre, nel 1853 (un anno dopo la sua elezione all'Accademia di Francia), in Comedies et proverbes.
M. Allen, Alfred de Musset, Grenoble-Parigi, 1948; A. Lebois, Vue sur le théâtre de Musset, Avignone, 1966; H. S. Gochberg, Stage of Dreams. The Dramatic Art of A. De Musset (1828-1834), Ginevra, 1967; H. Guillemin, Liaison Musset-Sand, Parigi, 1972; G. Iotti, Il gioco del comico e del serio. Saggio sul teatro di Musset, Napoli, 1990.