Monsèlice
Indicecomune in provincia di Padova (22 km), 9 m s.m., 50,53 km², 17.458 ab. (monselicensi), patrono: Tutti i Santi (1° novembre).
Generalità
Cittadina situata ai piedi del versante meridionale dei Colli Euganei. L'abitato si stende a ridosso di una collina isolata, dominata dai ruderi della rocca medievale, ed è ancora in parte racchiuso entro l'antica cinta muraria originaria del sec. XIII.
Storia
La romana Mons Silicis, roccaforte sulla via Annia, fu rifugio di padovani e atestini durante le invasioni barbariche. Nel 602 il re longobardo Agilulfo la tolse ai Bizantini. Contea in epoca carolingia, nel sec. XI divenne feudo dei marchesi d'Este. Libero comune nel 1140, cadde nel 1231 sotto Ezzelino III da Romano, per tornare nel 1256 agli Estensi. Nel 1258 passò a Padova, nel 1317 fu possesso di Cangrande della Scala, quindi dei Carraresi (1338), dei Visconti (1388-90) e ancora dei Carraresi fino al 1405, quando passò a Venezia. Durante la guerra della Lega di Cambrai (sec. XVI) fu quasi completamente distrutta dagli imperiali e da Alfonso I d'Este.
Arte
Il castello, detto “Ca' Marcello”, è un grandioso complesso in cui emergono parti del fortilizio eretto nel sec. XIII e i tre nuclei dei sec. XI-XII, della metà del XIII (ampliato dai Carraresi) e dei sec. XV-XVI (ingrandito dai Marcello che realizzarono anche la merlatura che unisce i diversi corpi di fabbrica). L'edificio, restaurato nel sec. XX, ospita una ricca collezione di opere d'arte e una raccolta di mobili antichi. Sul colle, la rocca conserva resti del mastio del castello fatto costruire da Federico II e poi ampliato dai Carraresi. Sulla centrale piazza Mazzini si affacciano la torre civica, eretta nel 1244 e sopraelevata nel 1504, e il palazzo del Monte di Pietà che ospita la biblioteca comunale. Il duomo vecchio è una costruzione di forme romanico-gotiche (1256, restaurato nel corso del Quattrocento) con campanile coevo e il portico a colonne del sec. XV. Villa Duodo, dovuta a Vincenzo Scamozzi e ingrandita nel Settecento, è preceduta da un'ampia scalinata d'accesso. Vicino alla villa sorge il santuario delle Sette Chiese (o di San Giorgio), formato da sei cappelle e da un oratorio: nelle cappelle, opera anch'esse dello Scamozzi, si conservano alcune tele di Palma il Giovane. La villa Nani-Mocenigo, dei sec. XVI-XVII, è preceduta da una scenografica scalinata decorata ai lati da curiose statue di nani; la villa Contarini è dei sec. XVI-XVIII. La chiesa di San Giacomo, di forme romanico-gotiche, ha un campanile a cuspide conica del sec. XIII-XIV.
Economia
L'agricoltura produce cereali, tabacco, ortaggi, frutta, uva da vino e foraggi; si pratica l'allevamento bovino. L'industria opera nei settori meccanico, tessile, alimentare, conserviero, del legno, del mobile, dell'abbigliamento, del giocattolo, delle materie plastiche, dei materiali lapidei, delle arti grafiche e della lavorazione dei metalli. È centro di turismo escursionistico e culturale.