Maàt
dea egizia personificante l'ordine cosmico, inteso non come una realtà statica, bensì come un equilibrio dinamico. Il termine è stato tradotto ora come “verità”, ora come “giustizia” e ora come “ordine”: Maat infatti rientra nel campo d'azione del visir (colui che amministra la giustizia al posto del faraone), che deve adempiere agli obblighi della giustizia con “equità” e “giusto equilibrio”. In tal senso la giustizia di Maat è mantenimento dell'equilibrio cosmico: quell'equilibrio fondato dagli dei creatori insieme al mondo. Nei Testi delle Piramidi, per esempio, è detto: “Venne Râ... dopo aver messo ordine (Maat), dove prima era caos”. All'ordine cosmico fa riscontro l'ordine sociale. Per esempio, Tutankhamon, parlando della sua restaurazione dopo la rivoluzione religiosa di Amenhotep IV, dice di sé che “ha rimosso il disordine, e l'ordine (Maat) fu nuovamente ristabilito”. Ma in questo testo, come in moltissimi altri, maat può significare anche “verità” (contrapposto a “menzogna” anziché a “disordine-caos”). In effetti ogni giudizio (o ristabilimento del giusto equilibrio) richiede l'accertamento della “verità”. In tale funzione Maat ci appare nell'escatologia egizia quando su un piatto della bilancia commisura il cuore del morto posto sull'altro piatto.