Mòro, Antònio
nome italianizzato del pittore olandese Anthonis Moor o Mor van Dashorst (Utrecht 1517 ca.-Anversa 1576-77). Allievo di van Scorel, nella città natale dipinse nel 1544 Due canonici di Utrecht (Berlino, Staatliche Museen), l'opera più antica che di lui si conosca. In breve tempo divenne un famoso ritrattista, elaborando uno stile di aulica solennità, raffinato nella resa di stoffe, gioielli, incarnati, ma contemporaneamente rivolto a una profonda indagine della personalità del modello. Nel 1547 il suo nome è citato nei registri della gilda di S. Luca ad Anversa; nel 1549 eseguì a Bruxelles il Ritratto del cardinal Granvelle (Vienna, Kunsthistorisches Museum) che, come varie altre opere, mostra un fondamentale accostamento a Tiziano, da Moro forse conosciuto personalmente alla Dieta di Augusta. Dopo un viaggio in Italia (1550), dove fu grandemente impressionato dai ritratti manieristici e soprattutto da quelli del Bronzino, Moro lavorò alle corti di Lisbona, Madrid, Londra, alternando i periodi trascorsi all'estero con soggiorni a Utrecht, ad Anversa, a Bruxelles. Tra i maggiori esempi della ritrattistica di Moro, la cui penetrante attenzione alla psicologia dei soggetti, di tradizione olandese, fu profondamente avvertita dal giovane Velázquez, sono senz'altro da ricordare Il nano del cardinal Granvelle (Parigi, Louvre), Maria Tudor (Madrid, Prado), Don Carlos, I coniugi Lacoq (Kassel, Staatliche Kunstsammlungen), Il duca d'Alba, Hubert Goltzius (Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts).