Mácha, Karel Hynek
poeta ceco (Praga 1810-Litoměřice 1836). È il maggior rappresentante del romanticismo ceco. Studiò filosofia e legge e compì diversi viaggi in patria e all'estero. Svolse un'intensa attività patriottica nelle società segrete. Il suo innato pessimismo fu acuito da infelici esperienze amorose. La tragedia dell'individuo isolato nella società è affrontata da Mácha nella sua produzione letteraria in maniera assolutamente antitradizionale. L'unica opera edita durante la vita dell'autore è il poema epico-lirico Maggio (1836), in cui – sullo sfondo della storia, appena accennata, del ribelle Vilem – l'orrore di un oscuro destino pronto a esigere espiazioni per misfatti commessi inconsapevolmente è contrapposto a una natura cangiante ma sempre impassibile di fronte alle sofferenze umane. I versi melodiosi del poema segnano il vertice della poesia di Mácha e il punto di partenza della moderna poesia ceca. Nella prosa Mácha ha dato il meglio con Gli zingari (1935). Altre opere: Márinka, Křivoklad, Quadri della mia vita, Pellegrinaggio nei monti dei giganti, gli interessanti diari, i Taccuini letterari, oltre a diverse poesie di carattere lirico o epico.