Lunar Prospector
sonda interplanetaria statunitense per lo studio della composizione chimica, campo magnetico e gravitazionale della Luna con una precisione mai raggiunta prima. La sonda è costituita di un cilindro a fibre di grafite e resine epossidiche con un diametro di 1,4 m e un'altezza di 1,22. La massa è particolarmente ridotta: solo 126 kg a secco e 295 con i propellenti. Tre dei sei strumenti di bordo si trovano alle estremità di tre bracci lunghi 2,5 m. La stabilizzazione della sonda è ottenuta con la rotazione, il controllo di assetto con sei piccoli razzi a idrazina. L'alimentazione (202 Watt) è fornita da celle solari. La sonda veniva lanciata il 7 gennaio 1998 da Cape Canaveral con un razzo a tre stadi Athena II a combustibile solido della Lockheed Martin Astronautics, un modello utilizzato per la prima volta per un lancio commerciale (dei due di prova uno fallì). Era la prima missione lunare della NASA dopo la conclusione, nel dicembre 1972, del progetto Apollo. A un mese dal lancio la sonda L. scopriva che la Luna non è solo polvere e sassi; ai suoi poli, in un numero consistente di crateri, sono presenti sacche di acqua ghiacciata disseminate su migliaia di chilometri quadrati. Per scoprire l'acqua la sonda impiegava uno spettrometro a neutroni per scandagliare la superficie lunare alla ricerca di idrogeno per confermare le teorie secondo cui, ai poli del satellite e nelle sue regioni perennemente prive di luce solare, vi sono quantità d'acqua ghiacciata. La presenza di acqua sulla Luna, se in quantità consistenti, è di grandissima importanza per missioni dell'uomo, non escludendo la possibilità di una base fissa di osservazione e ricerca sul nostro satellite. L'acqua, infatti, oltre che come bevanda, può fornire, per separazione elettrolitica, l'ossigeno necessario alla vita e l'idrogeno usato come propellente nei razzi. Nel 2001, due anni dopo la fine della sua missione, dall'elaborazione dei dati inviati a Terra dalla sonda si è dedotto che le misure di spettrometria gamma forniscono la prima mappa completa dell'abbondanza di ferro nelle rocce lunari. Ferro e titanio sono componenti fondamentali della lava che ha riempito i bacini dei mari lunari. I risultati della L., molto più precisi di quelli della sonda Clementine, hanno dimezzato le stime sulla presenza di titanio e hanno fatto emergere sostanziali differenze di composizione tra i due emisferi lunari, quello rivolto verso la Terra e quello nascosto. Lo spettrometro a neutroni ha confermato che l'idrogeno presente in grande quantità nelle regioni perennemente in ombra ai due poli è sotto forma di ghiaccio d'acqua: le stime hanno ipotizzato un miliardo di tonnellate d'acqua in corrispondenza di ciascun polo. Le regioni polari adiacenti a quelle in ombra perenne sono illuminate dal Sole per l'80-85% del tempo e ciò significa che una base lunare installata ai poli avrebbe a disposizione luce, energia e riserve d'acqua e sarebbe inoltre in costante contatto con la Terra, agevolando le comunicazioni.