Leoncavallo, Ruggèro
Indicecompositore italiano (Napoli 1857-Montecatini 1919). Studiò musica al Conservatorio di Napoli e si laureò in lettere all'Università di Bologna, alla scuola di Carducci. La preparazione letteraria lo mise in grado di scrivere da sé i suoi libretti. Dopo alcuni anni trascorsi in Egitto e a Parigi, grazie alla protezione del baritono V. Maurel ottenne da Ricordi un assegno per musicare I Medici, che doveva essere l'inizio di una trilogia sul Rinascimento italiano e che fu rappresentata a Milano nel 1893, dopo che Leoncavallo ne aveva interrotto la composizione per scrivere in pochi mesi Pagliacci (eseguita a Milano nel 1892). Quest'opera, che gli diede il successo, si ispira a un fatto di cronaca e aderisce dichiaratamente a una poetica verista, sulle orme della Cavalleria rusticana di Mascagni. Di impostazione verista è anche Zazà (1900); altre strade Leoncavallo tentò nella Bohème (1897), dalla vena comico-sentimentale, nell'esotismo di Zingari (1912) , in Goffredo Mameli (1916), in Edipo re (1920). Si dedicò anche all'operetta, alla romanza da salotto e alla musica strumentale, rivelando estro ma senza riuscire a superare un linguaggio basato essenzialmente sullo slancio melodico di immediata efficacia, confinato nella problematica della “giovane scuola” italiana, tra influssi di Bizet, di Verdi e lontani echi di: Wagnern linguaggio che si realizzò nel modo più spontaneo e impetuoso nei Pagliacci, che sono la sua opera più fortunata e significativa.
Ruggero Leoncavallo in un ritratto di A. Pasinetti (Milano, Museo Teatrale alla Scala).
De Agostini Picture Library/A. Dagli Orti
Ruggero Leoncavallo. Bozzetto realizzato da R. Fost per Pagliacci, messo in scena a Parigi nell'aprile 1954 (Parigi, Bibliothèque de l'Opéra).
Parigi, Bibliothèque de l'Opéra
Ruggero Leoncavallo in una foto del 12 settembre 1912 durante le prove di Zingari (Locarno, Biblioteca Regionale).
De Agostini Picture Library/A. Dagli Orti
Bibliografia
M. Morini, Leoncavallo in prospettiva, in “L'Opera”, Milano, 1966; A. Zedda, Le due Bohème, Milano, 1966; D. Rubboli, Ridi pagliaccio, Lucca, 1985.