Laval, Pierre
uomo politico francese (Châteldon, Puy-de-Dôme, 1883-Fresnes, Val di Marna, 1945). Avvocato, deputato socialista (1914-19), sindaco di Aubervilliers (1923-44), abbandonò il Partito socialista e fu eletto alla Camera come indipendente (1924-27). Più volte ministro, come presidente del Consiglio (1931-32) praticò una politica di amicizia nei confronti della Germania. Fu poi ministro del Lavoro (1932), delle Colonie (1932-34) e degli Affari Esteri (1934-36): stipulato un accordo con Mussolini, cui fece seguito il “fronte di Stresa” tra Francia, Gran Bretagna e Italia, firmò con l'URSS un patto di mutua assistenza. Di nuovo capo del governo (1935-36), tentò ancora un accordo col fascismo. Costretto dall'opposizione delle sinistre a dimettersi, era vicepresidente del Consiglio nel 1940, quando favorì una politica collaborazionista, avversata dagli altri membri del governo che lo fecero arrestare (dicembre 1940); ma, per imposizione dei Tedeschi, divenne nel 1942 capo del governo e introdusse la coscrizione obbligatoria a favore dell'Asse e l'obbligo di lavoro in Germania. Dopo lo sbarco alleato seguì il governo a Belfort e poi a Sigmaringen. Si rifugiò in Austria, in Spagna e, dopo qualche giorno di carcere a Barcellona, tornò a Innsbruck dove fu arrestato dagli Americani e consegnato al governo francese che lo condannò a morte. Venne fucilato dopo un fallito tentativo di suicidio.