Lattuada, Albèrto
regista cinematografico italiano (Milano 1914-Roma 2005). Esordì nel 1942 con Giacomo l'idealista, da E. De Marchi, e rimase sostanzialmente fedele a un'eclettica vocazione letteraria e illustrativa, portando sullo schermo opere di L. Zuccoli, D'Annunzio, R. Bacchelli (Il mulino del Po, 1949), Gogol (nel suo film più sentito, Il cappotto, 1952), G. Verga, Puškin (La tempesta, 1958), G. Piovene, Čechov (La steppa, 1962), Machiavelli, V. Brancati, P. Chiara, Bulgakov (Cuore di cane, 1976). Diresse anche film di tipo neorealistico (Il bandito, 1946; Senza pietà, 1948), intimista-psicologico (il notevole Luci del varietà, 1950, realizzato con Fellini; Scuola elementare, 1954; Guendalina, 1957, e Dolci inganni, 1960, uno dei più riusciti), oppure polemico e di costume (La spiaggia, 1953; Mafioso, 1962; Fräulein Doktor, 1968; Sono stato io!, 1973; Le farò da padre, 1974; Oh, Serafina!, 1976; Così come sei, 1978; La cicala, 1980; Una spina nel cuore, 1986). Per la televisione realizzò, tra l'altro, Cristoforo Colombo (1985) e la miniserie Due fratelli (1987). Nel 1994 apparse simpaticamente ne Il toro di C. Mazzacurati.