Brancati, Vitaliano

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narratore, commediografo e saggista italiano (Pachino, Siracusa, 1907-Torino 1954). Dopo aver esordito in campo letterario con il dramma Feodor (1926) seguito da Everest (1930), Brancati si accostò alla forma a lui più congeniale del romanzo con L'amico del vincitore (1930), primo tentativo di rappresentazione satirica di quella borghesia siciliana che sarà appunto uno dei motivi ricorrenti della sua produzione maggiore. Lasciata Roma e rientrato in Sicilia, comincia il suo progressivo allontanamento dall'ideologia fascista, dalla quale era stato inizialmente attratto, e questo traspare sia nella novella Singolare avventura di viaggio (1934) sia nel successivo romanzo Gli anni perduti (1941), entrambi testimoni della sua radicata amarezza verso la realtà contemporanea. Nel 1942 viene pubblicato un altro romanzo, Don Giovanni in Sicilia, dove viene satireggiato il cosiddetto “gallismo”, la vanità sessuale del maschio che nelle sue fantasticherie cerca un'evasione dal chiuso mondo della provincia siciliana. Il conformismo politico, che rende più squallida la vita provinciale, fornisce la materia satirica al racconto Il vecchio con gli stivali (1945), dove è affrontato il tema dell'uomo distrutto dalla macchina inesorabile del proprio tempo, e a Il bell'Antonio (1949), ancora una satira di costume, che nell'impotenza del suo protagonista riecheggia la crisi del regime. L'ultima opera dello scrittore siciliano, il romanzo Paolo il caldo, pubblicato incompiuto e postumo nel 1955, approfondisce altresì la vena di disperazione che era al fondo delle opere precedenti: la sola dimensione possibile per il protagonista del libro è la fuga nel sesso, concepita come alienazione mentale del personaggio nei confronti di una società ormai irrimediabilmente perduta. Infine si ricordano le pagine del saggista, raccolte in I piaceri (1946), nel Ritorno alla censura (1952), e le pagine del Diario romano (postumo, 1961), così come è da segnalare un ritorno al teatro con la commedia La governante (1952).