Lagaš
IndiceGeneralità
Antica città sumerica, presso il corso antico del Tigri (oggi il canale Šaṭṭ el-Ġarrāf); il sito, oggi chiamato Tellō, ricopre Girsu, un quartiere di Lagaš, mentre il nucleo di Lagaš corrisponde forse a Tell Ḥibbah, archeologicamente ancora inesplorato. Gli scavi francesi a Tellō hanno fornito documentazione abbondantissima sulla storia di Lagaš.
Lagas. Particolare di una statuetta di Gudea in diorite nera (fine del III millennio a. C.; Parigi, Louvre).
De Agostini Picture Library/G. Dagli Orti
Storia
La città era importante in età protodinastica, specialmente fra il 2550 e il 2380 a. C., con una dinastia fondata da Ur-Nanše e che toccò il massimo della potenza con Eannatum (che conseguì successi anche nel Nord e portò il titolo di “re di Kiš”) ed Entemena. Sempre in lotta con la vicina Umma per il territorio del gu-edinna, rimase un po' al di fuori delle vicende politiche del resto di Sumer e i suoi re non compaiono nella lista reale sumerica. Una seconda dinastia di Lagaš regnò al tempo dei re di Akkad, dai quali dipendeva. La terza dinastia regnò al tempo del dominio dei Gutei ed ebbe come figure preminenti Gudea (ca. 2130) e Ur-Ningirsu, dediti soprattutto a costruzioni, senza ambizioni politiche e militari. Subito dopo Lagaš fu annessa all'impero di Ur III, perdendo per sempre l'autonomia. Nel sec. III a. C. il re arameo Adad-nādin-ahhē istallò il suo palazzo sulle rovine dell'antica città.
Archeologia
Nella città, il cui maggior splendore si ebbe durante il regno di Gudea e di suo figlio Ur-Ningirsu, si sono identificati i resti di mura, costruzioni e alcuni templi (quello di Ningirsu sotto i resti di un palazzo greco-persiano del sec. II-I a. C., quando Lagaš ebbe una nuova breve fioritura), ma importanti sono soprattutto le sculture e le iscrizioni. Opere significative del periodo protodinastico sono la Stele della vittoria di Eannatum, che rappresenta un episodio della guerra contro Umma, e il vaso d'argento di Entemena, col motivo dell'aquila leontocefala, emblema del dio più venerato, Ningirsu. Del periodo di Gudea sono giunte fino a noi le famose statue del sovrano con iscrizioni dedicatorie, in diorite nera , nonché numerose opere minori in pietra, bronzo e argilla.