Ladri di biciclétte
film (1948) di Vittorio De Sica. Classificato alla pari con La febbre dell'oro di C. Chaplin e al secondo posto dopo La corazzata Potëmkin di S. M. Ejzenštejn al referendum di Bruxelles (1958), è il più felice risultato della collaborazione del regista con C. Zavattini e un classico del neorealismo mondialmente riconosciuto, che ebbe uno straordinario influsso su molte cinematografie straniere. Prodotto con difficoltà nonostante il precedente premio Oscar assegnato a Sciuscià, attaccato in patria per i suoi “panni sporchi”, divenne all'estero l'ambasciatore più eloquente della dignità degli Italiani. Il tema sociale dell'opera è la disoccupazione, quello morale la mancanza di solidarietà; lo stile sta miracolosamente in equilibrio fra tragedia e commedia, fra la situazione collettiva e quella privata, fra il rigoroso quadro di una società ingiusta, in cui il possesso o la perdita di una bicicletta può determinare il destino di un uomo, e il vitalismo dei personaggi che, nonostante tutto, da questo destino non si lasciano piegare.
Ladri di biciclette. Una scena tratta dal film girato da V. De Sica nel 1948.
De Agostini Picture Library/D. Turconi