Laâbi, Abdellatif
scrittore marocchino di lingua francese (Fez 1942). Direttore della celebre rivista Souffles (Soffi), che diede nome e risonanza a un importante movimento culturale, nel 1977 fu condannato a 10 anni di carcere per reato d'opinione e poté tornare in libertà solo nel 1980. Nonostante ciò egli continuò la sua opera di poeta autentico, affermatasi già con la raccolta di versi L'arbre de fer fleurit (1974; L'albero di ferro fiorisce) e col romanzo-itinerario L'œil et la nuit (1969; L'occhio e la notte), e proseguita negli anni di carcere in raccolte liriche che sono un grido di dolore e di fede, un inno alla speranza e alla vita: Chronique de la citadelle d'exil (1978), Le règne de Barbarie (1980), Histoire des sept crucifiés de l'espoir suivi de Oraisons marquées au fer rouge (1980; Cronache dei sette crocifissi della speranza, seguito da Orazioni marchiate col ferro rovente). Dopo la liberazione, Laâbi ha pubblicato Sous le bâillon le poème (1981; Sotto il bavaglio la poesia), versi ancora brucianti dell'esperienza carceraria, quindi il racconto della ritrovata gioia di vivere Le Chemin des Ordalies (1982; Il cammino delle ordalie), i versi di Discours sur la colline arabe (1982) e Pâturages du silence (1985; Pascoli del silenzio), un libro di dialoghi che è una riflessione sulla sua arte; La brulûre des interrogations (1985; Il bruciore delle interrogazioni), Les griffes du lion (1989; Gli artigli del leone), diario intimo di una vita vissuta come ricerca e superamento, Les rides du Lion (1990; Le rughe del leone) e Tous les déchirements (1990; Tutte le lacerazioni). Con L’Etreinte du monde (1993; La stretta del mondo) ha composto un lungo poema accompagnato da poesie brevi e qualche racconto sull'amore. Le juge et l’ombre (1994; Il giudice e l'ombra) è invece un dramma filosofico sulla scena di un grande souk. Successivamente ha pubblicato Le soleil se meurt (1994; Il sole si spegne) e Le spleen de Casablanca (1996; Il tedio di Casablanca).