Khoury-Ghata, Vénus
scrittrice e poetessa libanese di lingua francese (Beirut 1937). Di cultura franco-araba, la Khoury-Ghata appartiene a un periodo di passaggio della letteratura libanese, momento che ha visto l'affermarsi di nuovi scrittori. Trasferitasi a Parigi, in Francia, dal 1972, pubblica opere di prosa e poesia, tra cui i due racconti Vacarme pour une lune morte (1983; Baccano per una luna morta) e Les morts n’avaient pas d’ombre (1984; I morti non avevano ombra), testi caratterizzati da quel senso di morte che affligge il suo Paese da sempre. Tra le svariate figure femminili che popolano i testi della scrittrice, si ricorda la protagonista di Bayarmine (1988), romanzo storico che evoca l'amore tra un sultano e una giovane donna. Nel romanzo La maîtresse du notable (1992; L'amante del notabile), con un'ironia trascinante la Khoury-Ghata descrive la guerra civile in Libano, che diviene commedia umana, spettacolo grottesco e sovente volgare, offrendo nello stesso tempo un'immagine disincantata e sprezzante della società libanese. Nel 1998 pubblica uno dei suoi più importanti romanzi, lirico e insieme spietato, Une maison au bord des larmes (Una casa sull'orlo delle lacrime): un racconto spiccatamente autobiografico del dramma dei membri della sua famiglia durante la guerra civile. Privilège des morts (2001) è un romanzo onirico, popolato di personaggi spettrali che fluttuano in un mondo intermedio tra la vita e la morte. Tra le opere di poesia, sulla guerra Anthologie personnelle (1997; Antologia personale), ancora sulla guerra, La voix des arbres (1999; La voce degli alberi), versi dedicati ai giovani lettori per scoprire il vero volto della natura, La femme et la montagne/Les sept brins de Chèvrefeuille de la sagesse (1999; La donna e la montagna/I sette steli del caprifoglio della saggezza).