Kaunitz-Rietberg, Wenzel Anton, prìncipe
uomo di Stato austriaco (Vienna 1711-1794). Di nobile famiglia, collaboratore di Carlo VI nel Consiglio Aulico, acquistò influenza a corte sposando la figlia del conte Stahremberg (1736) e con una positiva carriera diplomatica in Italia. La sua opera al servizio di Maria Teresa, iniziatasi al Congresso di Aquisgrana (1748), si protrasse per vari decenni, nel periodo caratterizzato dal “rovesciamento delle alleanze”. Individuato nella Prussia il principale avversario, Kaunitz-Rietberg progettò di accerchiarla cercando di ricorrere a potenti alleati. La manovra, che Kaunitz-Rietberg avviò con la Francia quand'era ambasciatore a Parigi (1750-53) e perfezionò poi come cancelliere (dal 1753), si intrecciò con il contrasto anglo-francese per le colonie americane e indiane, che aveva spinto l'Inghilterra ad assicurarsi l'alleanza prussiana (1756). Ne seguì la guerra dei Sette anni, che l'Austria affrontò con un esercito mal guidato, invadendo la Slesia. Gli alleati ebbero un atteggiamento negativo, dalla vacillante e incerta Francia alla Russia che non esitò a scegliere la via della defezione nel 1762. Kaunitz-Rietberg si vide costretto a firmare la Pace di Hubertsburg (1763) che sancì la perdita della Slesia. Tra i promotori delle riforme amministrative avviate da Maria Teresa e concluse da Giuseppe II, Kaunitz-Rietberg intervenne anche nei problemi di politica religiosa; è del 1781 l'editto di tolleranza che prevedeva la libertà dei culti, iniziativa che suscitò la protesta di Pio VI (1782). Attento a evitare che l'espansionismo prussiano danneggiasse l'Austria (fu favorevole alla spartizione della Polonia del 1772), fu poi solidale con la politica pacifista di Leopoldo. La tattica intimidatoria usata nei confronti della Costituente francese non giovò all'ala moderata della convenzione; la guerra tra Austria e Francia si rese inevitabile (aprile 1792). Quattro mesi dopo Francesco II lo destituì dalla cancelleria.