Israèle (regno)
(ebraico Yiśrāʼēl). Nome del raggruppamento di dodici tribù costituitosi in Palestina verso il sec. XIII a. C., e del suo eponimo (vedi Giacobbe). L'ideologia tribale voleva che la lega, certo costituitasi per diverse vicende e con elementi di diversa origine, fosse semplicemente un'unica famiglia estesa, formata dai discendenti di un unico antenato, dai cui dodici figli derivavano le singole tribù. “Figli d'Israele” era perciò la definizione dei membri della lega, che stava insieme non tanto per coerenza politica, ma piuttosto per volontà di individuazione nazionale e religiosa. Con la costituzione della monarchia unita, la parte meridionale, gravitante su Gerusalemme, acquistò autonomia e importanza, col nome di Giuda, sicché Israele rimase definizione delle tribù settentrionali. Già David, dapprima re di Giuda (mentre Isbaal figlio di Saul era re d'Israele in senso stretto) unificò due regni separati quale “re di Giuda e d'Israele”, ma alla morte di Salomone (922 a. C.) la scissione fu definitiva. Il regno d'Israele, sorto dal rifiuto di sottostare alle più forti strutture statali e fiscali di Gerusalemme, si caratterizzò inizialmente per il permanere di elementi tribali e per scarsa coesione: ruolo degli anziani e dell'assemblea, pluralità dei centri di culto, mancanza di una capitale e del principio dinastico, regalità “carismatica” nella quale si succedevano capi militari (sulle vicende della lega e del regno d'Israele, v. Ebrei). Il regno terminò nel 722 con la presa di Samaria e la riduzione a provincia assira.