IGT
(Indicazione Geografica Tipica). Sigla data per un riconoscimento di qualità che veniva attribuito, prima della riforma della legge 10 febbraio 1992, n. 164 per la tutela delle DOC e IGT dei vini del 2010, a vini da tavola prodotti in determinate regioni o aree geografiche secondo un disciplinare produttivo poco restrittivo. L'indicazione poteva essere accompagnata da altre menzioni, quali quella del vitigno e l'annata di raccolta delle uve. I vini IGT sono gli omologhi dei francesi Vin de Pays e dei tedeschi Landwein.Nella scala dei valori enologici gli IGT si collocavano immediatamente su un livello inferiore ai DOC e DOCG. L'assegnazione del marchio IGT rappresentava quindi un importante passo qualitativo in avanti per un gran numero di vini italiani, che dopo un quinquennio potevano aspirare alla DOC. Ciò consentiva al produttore un'ulteriore diversificazione tipologica dei propri vini per rispondere alle molteplici esigenze del mercato e offrire al consumatore nuove opportunità di trovare sugli scaffali vini a prezzi convenienti. Nel marzo 2010, con l'approvazione del decreto legislativo di riforma della legge n. 164 per la tutela delle DOC e IGT dei vini, e l'introduzione di nuove direttive, si è rinnovato il quadro normativo del settore vitivinicolo. Viene eliminata la categoria “vino da tavola” e sigla “VQPRD” (Vini di Qualità Prodotti in Regioni Determinate). Sono istituite due categorie: “vini senza indicazione geografica”, “vini con indicazione geografica”. I vini “VQPRD” sono denominati vini con indicazione geografica passando quindi nella classificazione europea da DOCG/DOC a DOP e da IGT a IGP; sulle etichette le sigle DOCG, DOC e IGT non scompaiono dal momento che per l'Italia è ancora valida la classificazione della piramide dei vini. Possono coesistere le DOCG e DOP, DOC e DOP, IGT e IGP.