Hunt, James Henry Leigh
saggista e poeta inglese (Southgate, Middlesex, 1784-Putney 1859). Già noto come poeta, nel 1808 assunse la direzione del giornale radicale The Examiner, dalle colonne del quale attaccò violentemente il governo, finendo in prigione. Rimase in carcere due anni, riuscendo però a trasformare la sua cella in un piccolo salotto letterario, frequentato dai più noti poeti del tempo. L'importanza della sua figura, più che su specifici meriti letterari, poggia sul ruolo di animatore che egli ebbe in seno alla letteratura romantica inglese e sugli stretti rapporti con Lamb, Hazlitt, Keats, Shelley (del quale scrisse l'epitaffio funebre) e Byron. Della sua attività di giornalista va ancora ricordata la fondazione di The Indicator (1819-21) e del Leigh Hunt's London Journal (1834-35) e la difficile collaborazione con Byron per The Liberal; della sua opera letteraria, più che i versi sdolcinati di The Feast of the Poets (1814), The Story of Rimini (1816) e Foliage (1818), meritano la citazione le opere saggisticoautobiografiche, in particolare Autobiography with Reminiscences of Friends and Contemporaries (1850), ricca di notazioni vivaci e interessanti. Scrisse anche un romanzo, Sir Alfred Esher (1834). Dickens lo ritrasse nel personaggio di Skimpole in La casa desolata.