Shelley, Percy Bysshe
IndiceBiografia
Poeta inglese (Field Place, Sussex, 1792-Golfo di La Spezia 1822). Di famiglia aristocratica e conservatrice ma di indole ribelle, condusse vita irrequieta fin dalla prima giovinezza, caratterizzata da continui contrasti con il padre che intendeva avviarlo verso un'esistenza di tranquilla e solida rispettabilità. Fu educato alla Sion House Academy e poi a Eton, dove mostrò maggior propensione per le passeggiate in campagna e gli esperimenti di chimica che per il curriculum tradizionale degli studi. Lettore voracissimo, fece in questo periodo la scoperta dell'Inchiesta concernente la giustizia politica di W. Godwin; questì esercitò un'enorme influenza sulla sua formazione culturale e sulla sua fantasia di artista, che già si stava segnalando con i romanzi “neri” Zastrozzi (1810) e St. Irvyne (1811). Dall'ottobre 1810 al marzo 1811 frequentò lo University College di Oxford, da cui fu espulso (assieme all'amico T. J. Hogg) per aver dato alle stampe l'opuscolo antireligioso The Necessity of Atheism (1811; La necessità dell'ateismo). A questo episodio seguì la rottura definitiva con il padre, che gli aveva invano imposto di rinnegare l'amico Hogg, ritenuto responsabile del traviamento del figlio (futuro biografo del poeta, Hogg ha descritto in pagine affascinanti il suo temperamento di sognatore entusiasta e la sua intransigenza morale). Recatosi a Londra, Shelley vi fece la conoscenza della sedicenne Harriett Westbrook, che sposò nell'agosto 1811: i due condussero tre anni di vita vagabonda (furono anche in Irlanda a fare propaganda rivoluzionaria) e incrinata da dissapori crescenti. Nel luglio 1814 Shelley, che aveva nel frattempo conosciuto Mary Wollstonecraft Godwin, figlia del suo mentore William Godwin e di Mary Wollstonecraft, lasciò la moglie per fuggire con lei sul continente, da dove però ritornò poco dopo. Nel 1813 era intanto uscito il poemetto Queen Mab (La regina Mab), in cui si ritrovano molti degli atteggiamenti fondamentali di Shelley, dall'avversione per l'ortodossia cristiana alle perorazioni in favore della tolleranza religiosa, dall'odio per i re e i tiranni alla fede nella perfettibilità dell'uomo. Esso fu seguito tre anni dopo dal poemetto Alastor, che affrontava in chiave allegorica il rapporto tra idealismo egocentrico e realtà: alla condanna del primo si univa un accorato lamento per l'insensibilità della seconda. Il 1816 fu anche l'anno del suicidio di Harriett (Shelley, che avrebbe di lì a poco contratto matrimonio con Mary Godwin, non si liberò più da un tormentoso senso di colpa) e dell'amicizia per G. Byron, con il quale Percy e Mary trascorsero alcuni mesi in Svizzera. § Nel 1818 i due lasciarono definitivamente l'Inghilterra per trasferirsi in Italia, dove dimorarono in varie località, tra cui Lucca, Este, Napoli, Roma, Firenze, Pisa e Lerici. Se prima di abbandonare la madrepatria c'era stato come un momento di rilassamento nell'attività creatrice di Shelley– vanno comunque ricordate le belle liriche Hymn to Intellectual Beauty (1816; Inno alla bellezza intellettuale) e Mont Blanc (1816) e il poemetto The Revolt of Islam (1818; La rivolta dell'Islam) – questa riprese con intensità quasi frenetica durante il soggiorno italiano; questo periodo vide la nascita dei suoi maggiori capolavori: le liriche Lines Written among the Euganean Hills (1818; Versi scritti sui Colli Euganei), Stanzas Written in Dejection near Naples (1818; Strofe scritte in un momento di sconforto vicino a Napoli), Ode to the West Wind (1819; Ode al vento d'occidente), The Cloud (1820; La nuvola), To a Skylark (1820; A un'allodola), To Jane: The Invitation (1822), To Jane: The Recollection (1822; A Jane: il ricordo) ecc.; l'apologo The Sensitive Plant (1820; La sensitiva), che afferma la permanenza della bellezza di fronte alla caducità e possibile irrealtà della vita; la tragedia The Cenci (1819); i drammi lirici Prometheus Unbound (1820; Prometeo liberato) – massima espressione dell'idealismo shelleyano, in cui l'umanità viene affrancata, tramite la sofferenza, dalle catene dell'oppressione religiosa e politica, e celebra il trionfo dell'amore e della libertà – e Hellas (1822), ispirato alla lotta per l'indipendenza della Grecia; i poemetti Julian and Maddalo (1818), ricordo di una visita veneziana a Byron, ed Epipsychidion (1821), un'esaltazione dell'amore platonico e passionale dedicata alla giovane Emilia Viviani della Rocca, l'elegia Adonais (1821), in morte del poeta J. Keats; il saggio A Defense of Poetry (1821; Difesa della poesia), appassionata risposta alle affermazioni di T. L. Peacock sulla poesia come vestigio di epoche barbariche. Stava lavorando al poemetto The Triumph of Life quando morì annegato durante una tempesta mentre si recava da La Spezia a Livorno con una barca a vela (8 luglio). Il corpo fu ritrovato dieci giorni dopo e cremato. Le ceneri riposano nel cimitero protestante di Roma, accanto alla tomba di Keats.
Letteratura: il significato della sua opera
Caratterizzato da uno slancio lirico intensissimo e da un soggettivismo emotivo a volte esasperato fino all'ossessione, Shelley, uno dei grandi romantici della seconda generazione, fu poeta dalle voci diverse e contrastanti, capace di passare da convinzioni deterministiche ad affermazioni di fede nel potere redentore della sofferenza umana e di alternare professioni di platonismo a glorificazioni dell'amore passionale. La sua poesia, fatta soprattutto di idee e costantemente proiettata verso dimensioni rarefatte, lo ha reso l'incarnazione per eccellenza del genio mistico (e rivoluzionario), oltre che uno dei supremi rivendicatori di quella funzione profetica e oracolare del poeta che avrebbe poi trovato larga cittadinanza durante il periodo vittoriano; l'individualismo titanico di opere shelleyane come il Prometeo liberato influì infatti in maniera determinante sulla tendenza all'esaltazione della figura eroica propria di questo periodo.
Bibliografia
E. Chinol, P. B. Shelley, Venezia, 1951; B. Chiappelli, Il pensiero religioso di Shelley, Roma, 1956; N. Rogers, Shelley at Work, Oxford, 1956; G. McNiece, Shelley and the Revolutionary Idea, Cambridge (Mass.), 1969; S. Curran, Shelley's Cenci, Princeton (N. J.), 1970; E. B. Silverman, Poetic Synthesis in Shelley's Adonais, L'Aia, 1972; R. Holmes, Shelley the Pursuit, Londra, 1974; L. M. Crisafulli Jones, Interpretazioni: P. B. Shelley fra Ottocento e Novecento, Bologna, 1990.