Hasdeu, Bogdan Petriceicu
linguista, storico e letterato romeno (Cristinesti, Bessarabia, 1838-Cîmpina 1907). Dopo gli studi a Chisinău e Harkov, fu costretto, per le sue attività antizariste, a riparare in Moldavia (1857), dove alle lotte politico-sociali del tempo diede l'appoggio dei suoi giornali (Traiano, 1869-70, e La colonna di Traiano, 1870-77 e 1882-83). Titolare, a Bucarest, della prima cattedra di linguistica comparata indeuropea (1875) e nominato direttore degli Archivi di Stato (1876- 1900), alla morte della figlia Iulia (1888) abbandonò ogni attività cercando rifugio nello spiritismo. Profondo conoscitore di tutta l'area linguistica indeuropea, studiò il sostrato traco-daco del romeno (Principi di filologia comparativa arioeuropea, 1875). In Parole dai padri pubblicò: testi del sec. XVI, con note e uno studio sul rotacismo in romeno e albanese (I volume); testi popolari, in alcuni dei quali Hasdeu credette di riconoscere tracce bogomiliche (II volume). Nel III volume, Principi di linguistica, fu il primo a enunciare la teoria della “circolazione delle parole”, basata sulla loro frequenza (e non sul numero e l'origine). Studiando la lingua come fatto sociale legato all'etnopsicologia, Hasdeu concepì il monumentale Etymologicum Magnum Romaniae (1887) (lettere A e B, fino a bărbat), dove la storia di ogni parola costituisce una vera monografia. Per la fase moderna si procedette, nelle varie regioni, a un'inchiesta, che rappresenta una delle prime iniziative del genere (1884). Famoso slavista (il primo in Romania), individuò in esatti limiti il posto dell'elemento slavo nel romeno. Come storico, fu il primo a pubblicare, nell'Archivio storico della Romania (1865-67), anche i documenti slavi riguardanti la storia nazionale. Romantico per temperamento, Hasdeu ha lasciato versi d'ispirazione storica e sociale (Poesie, 1873) e prose come la novella Micuta (1864) e il romanzo Il destino (1865). La morte della figlia gli ispirò il volume Sarcasmo e ideale (1897). Egli va ricordato soprattutto come drammaturgo con Răzvan e Vidra, 1867 (il primo dramma storico romeno, in versi eccellenti). Le vicende del protagonista (un haiduc, prototipo del ribelle) hanno per sfondo una suggestiva ricostruzione della società alla fine del sec. XVI. Con la commedia Tre re dell'oriente (1871-72) propose invece una satira sul latinismo transilvano.