spiritìsmo
Indicesm. [sec. XIX; da spirito (filosofia, religione e altro), sul modello dell'inglese spiritism]. Dottrina occulta che afferma l'esistenza degli spiriti dei defunti e il loro intervento in molti fenomeni cosiddetti medianici o paranormali. La credenza sulla possibilità di entrare in contatto con i defunti risale a epoche molto remote (negromanzia, pratiche di magia evocatrice ecc.) con diffusione sia spaziale sia temporale. In epoca moderna, largo interesse per lo spiritismo e insieme aspre polemiche ebbero origine dalle manifestazioni che si verificarono a partire dal 1847 nella fattoria della famiglia Fox a Hydesville (New York) dove le figlie Margaret e Katie diedero prova di notevoli capacità medianiche affermando di essere riuscite a stabilire un contatto con uno spirito per mezzo di un alfabeto le cui lettere corrispondevano a una serie di colpi (raps). L'avvenimento ebbe vasta eco non solo negli Stati Uniti ma anche in Inghilterra, in Francia, in Germania, e la diffusione dello spiritismo fu di una rapidità sconcertante: si costituirono gruppi di spiritisti, si organizzarono sedute con la presenza di medium, fu introdotto il sistema di interrogare gli spiriti intorno a un tavolino. Nel 1848 A. Jackson Davies redasse una prima codificazione teorica dello spiritismo nell'opera Relations with the Spirits. Il teorico più famoso del movimento spiritistico è il francese H. L. Denizard Rivail (noto con lo pseudonimo di Allan Kardec). Nel Livre des esprits (1857) egli formula una teoria di tipo mistico-esoterico che si fonda su alcuni assunti fondamentali quali l'esistenza di Dio, l'esistenza dell'anima o spirito, immortale e immateriale: durante la vita terrena lo spirito possiede l'involucro del corpo, pesante e perituro, che mette lo spirito a contatto con il mondo esterno, e quello del perispirito, o corpo fluidico, leggero, imponderabile, che serve da tramite fra il corpo e lo spirito e per mezzo del quale avvengono molti fenomeni paranormali e le comunicazioni, tramite il medium, tra defunti e viventi. La morte è la distruzione del corpo, abbandonato dallo spirito in unione con il proprio perispirito. Altro elemento importante della dottrina di Kardec è la credenza, mutuata dalla teosofia e dalle religioni orientali, sulla reincarnazione delle anime. Dopo Kardec, anche alcuni uomini di scienza studiarono i fenomeni spiritici (tra essi R. Wallace, M. Faraday, W. Crookes ecc.) mettendo talvolta in luce frodi attuate da pseudomedium. Successivamente gli studi sui fenomeni medianici hanno spaziato nel campo dell'indagine sperimentale scientifica: la parapsicologia ha concluso che le manifestazioni comunemente dette spiritiche sono da attribuire, con ogni probabilità, ad attività mentali paranormali le cui dinamiche sono però ancora ignote.
Bibliografia
Y. Castellan, Le spiritisme, Parigi, 1954; H. Thurston, Ghosts and Poltergeists, Londra, 1954; R. Amadou, Les grands mediums, Parigi, 1957; S. Beverini, D. Nacucchi, Il mondo dello spiritismo, Roma, 1991.