comune in provincia di Trapani (63 km), 227 m s.m., 44,96 km², 4677 ab. (gibellinesi), patrono: san Rocco (16 agosto).

Generalità

Centro situato nell'area sorgentifera del Fiume Grande. L'abitato è stato riedificato dopo il terremoto del 1968; al progetto di ricostruzione hanno preso parte alcuni tra i più famosi architetti e artisti italiani.

Storia

L'antico paese (il toponimo deriva dall'arabo gabal, “monte”), sorto nel sec. XIII intorno a un castello edificato da Manfredi Chiaramonte, andò distrutto dal devastante sisma che colpì la valle del fiume Belice nel 1968. L'attuale abitato venne ricostruito a 18 km di distanza.

Arte

Sul viadotto d'ingresso a Gibellina sorge la Stella del Belice, gigantesca porta-scultura in acciaio di Pietro Consagra, divenuta il simbolo della città. Tra le varie realizzazioni architettoniche spiccano il Meeting, un edificio per i congressi, realizzato dallo stesso Consagra, in acciaio e cristallo, e il Centro civico e culturale di Vittorio Gregotti, Giuseppe Pirrone e Alberto e Giuseppe Samonà. Agli stessi architetti si deve anche la costruzione che ospita il Municipio, fronteggiato dalla Torre Civica di Alessandro Mendini. Di Ludovico Quaroni è la chiesa madre, mentre a Franco Purini e a Laura Thermes si devono il Sistema delle Piazze e la Casa del Farmacista. Il Palazzo Di Lorenzo, opera di Francesco Venezia, è una particolare casa-museo in cui si sovrappongono stili antichi e moderni e nel cui cortile è inglobata la facciata recuperata da un antico palazzo della vecchia Gibellina. Nel 1996 è stato istituito nel “baglio” Di Stefano, imponente edificio rurale trasformato in sede di istituzioni culturali e residenza di artisti e studiosi ospiti della città, il Museo delle Trame Mediterranee, che raccoglie ed espone tessuti, gioielli, ceramiche, costumi, reperti archeologici, sculture e quadri provenienti da molti paesi del Mediterraneo. Nel granaio è allestita la sezione d'arte contemporanea, con alcune tra le opere donate dagli artisti che, nel corso degli anni, hanno lasciato segni tangibili a Gibellina (Mario Schifano, Pietro Consagra, Toti Scialoja, Carla Accardi ecc.). Interessante è il Museo Civico, che comprende una ricca collezione di arte contemporanea, una sezione etno-antropologica e una storica. In un'antica casa contadina rimasta indenne dal terremoto del 1968 è stato allestito il Museo Etno-Antropologico della Valle del Belice con la ricostruzione dei cicli lavorativi del grano, della vite, dell'olivo, del lino e del formaggio, e numerosi attrezzi relativi ad arti e mestieri tipici della zona.

Economia

L'economia è prevalentemente agricola, con coltivazioni di olivi, alberi da frutto, viti, agrumi e cereali. Operano aziende nei settori edile, alimentare e chimico (vernici). Di un certo rilievo è il turismo.

Curiosità e dintorni

Tra giugno e settembre si svolgono a Gibellina le “Orestiadi”, che prevedono un ciclo di rappresentazioni classiche e rassegne di prosa, musica etnica e arti visive. Sulle rovine del paese antico Alberto Burri ha realizzato il Grande Cretto di Gibellina, una suggestiva distesa di cemento bianco levigato, solcata da crepe in corrispondenza delle strade del vecchio tracciato urbano. L'opera, di grande impatto visivo ed emotivo, è stata pensata dall'artista come un “sudario” che ricopre ciò che resta del paese distrutto dal terremoto; è la più grande opera d'arte ambientale esistente in Italia.

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