Gaéta
Indicecomune in provincia di Latina (71 km), 2 m s.m., 28,47 km², 20.071 ab. (gaetani), patrono: sant’ Erasmo di Formia (2 giugno).
Gaeta. Veduta della cittadina laziale.
De Agostini Picture Library/A. De Gregorio
Gaeta. Veduta panoramica del quartiere di Sant'Erasmo, il nucleo più antico di impronta medievale.
De Agostini Picture Library/A. De Gregorio
Generalità
Cittadina situata su un promontorio della costa tirrenica, nell'ampio golfo omonimo, delimitato a NW dal monte Circeo e a S da capo Miseno. L'abitato si articola in tre nuclei distinti. La parte più antica e di maggior interesse storico-artistico è il quartiere medievale di Sant'Erasmo, sorto all'estremità orientale del promontorio. A NW, lungo la costa in direzione di Formia, si trova il borgo di Porto Salvo. La parte urbana più recente si stende con pianta ordinata sull'istmo sabbioso di Montesecco, raccordo tra il monte Orlando (171 m) e la terraferma; a essa si sono progressivamente affiancati, verso W e NW, moderni quartieri residenziali raccolti intorno alla spiaggia di Serapo. È sede arcivescovile.
Storia
In età romana Gaeta fu attivo porto del territorio di Formia, rinomato luogo di villeggiatura e sede di numerose ville patrizie. Soggetta all'autorità dell'impero d'Oriente sul principio del Medioevo, nel sec. IX, dopo la distruzione di Formia da parte dei Saraceni (ca. 842), si emancipò dal dominio bizantino e napoletano costituendosi in ducato autonomo. Passata ai Normanni (1136), assurse a grande importanza economica e militare rappresentando un punto obbligato per la penetrazione da nord nel Napoletano e, trasformata in formidabile piazzaforte, subì innumerevoli assedi. Nel 1289 fu invano attaccata da Giacomo d'Aragona. Nel 1424 venne conquistata da Guido Torelli a capo di una flotta inviata da Filippo Visconti e consegnata a Giovanna II, regina di Napoli. Ripresa poco dopo dagli Aragonesi (1435), passò a Carlo VIII nel 1495 e conquistata da Consalvo di Cordova nel 1504. Nel 1707 venne assediata e conquistata dagli austriaci e nel 1734 capitolò di fronte agli spagnoli del marchese di Montemar. Nel 1799 si arrese ai francesi, tornando presto ai Borboni. Nel 1806 cadde in mano al Massena dopo un assedio di più di tre mesi e l'8 agosto 1815, invano difesa dal generale Begani, si arrese alle truppe austriache e napoletane. Nel 1849, infine, fu rifugio di Pio IX e di Leopoldo di Toscana e nel 1860 costituì l'estremo baluardo del regno borbonico attaccato dai piemontesi. Nel corso della seconda guerra mondiale fu pesantemente colpita dai bombardamenti alleati e dalle rappresaglie tedesche.
Arte
Sulla cima del promontorio di Gaeta si erge il monumento funebre a Lucio Munazio Planco, generale di Cesare (la cosiddetta “torre di Orlando”), grande mausoleo circolare risalente al 20 a. C., restaurato negli anni Cinquanta del secolo scorso. Altro grande esempio di architettura sepolcrale romana è il mausoleo di L. Sempronio Atratino. Il quartiere medievale di Sant'Erasmo, con costruzioni civili e religiose dei sec. XII-XIII, è dominato dal castello (suddiviso nella parte superiore “aragonese” e inferiore “angioina”), risalente al sec. VIII, ampliato tra il Duecento e il Cinquecento. Il duomo (consacrato nel sec. XII) conserva l'originario campanile arabo-siculo, con archetti intrecciati, intarsi, maioliche (1278); all'interno della chiesa, neoclassico, con pianta a croce latina, sono conservate opere di grande valore, tra cui il candelabro pasquale (sec. XIII) e tele di S. Conca, che qui nacque (1680-1764), e di C. Saraceni. La chiesa dell'Annunziata (1320, rifatta nel Seicento da A. Lazzari) conserva dell'originaria costruzione un portale gotico sul fianco sinistro; la facciata barocca ha una soprelevazione settecentesca con orologio e campanile; all'interno sono un'Adorazione dei pastori di L. Giordano e un polittico di A. da Salerno. In posizione suggestiva, all'estremità SW del promontorio, sorge il santuario della Santissima Trinità, o della Montagna Spaccata (sec. XI), con annesso monastero benedettino.
Economia
Antica piazzaforte militare, la città vanta oggi un'articolata struttura portuale. Oltre agli impianti destinati al trasporto merci e passeggeri, alla pesca, al diporto, all'ormeggio di navi petroliere, ai cantieri (con attività di assistenza e manutenzione a navi di tonnellaggio medio-alto e produzione di imbarcazioni da diporto e offshore), è presente un approdo militare riservato alle unità della NATO. L'industria è attiva soprattutto nei settori della raffinazione del petrolio, della produzione di cordami, tessile, dell'abbigliamento, della lavorazione del vetro e della ceramica; il comparto agro-alimentare è dominato dalle attività connesse alla pesca, con stabilimenti per la lavorazione e la conservazione del pesce; si pratica la mitilicoltura. Fiorente è la coltivazione dell'olivo (famose in tutto il mondo le “olive di Gaeta”) e della vite (vino tipico della zona è il cecubo). Rilevante il turismo, attratto dal patrimonio naturalistico e artistico e dalla ricca offerta ricettiva e ricreativa.
Curiosità e dintorni
La città ospita a maggio il Campionato Nazionale del Tirreno (Trofeo Punta Stendardo) di vela d'altura. Vi nacque il pittore Scipione Pulzone, detto il Gaetano (ca. 1550-1598). Nei dintorni è la grotta dei Moscerini, i cui scavi hanno rivelato numerosi resti faunistici e di industria musteriana.