Fundoianu, Benjamin
pseudonimo del poeta e saggista romeno B. Wexler (Jasi 1898-Auschwitz 1945). Interruppe gli studi di diritto debuttando come poeta nel 1914, ma poi si dedicò alla prosa, con il volume di ispirazione biblica La negazione di Pietro (1918). Pur se genericamente modernista, collaborò alle più importanti riviste romene di avanguardia, raccogliendo poi i suoi saggi critici in Immagini e libri di Francia (1922). Creò e diresse il primo teatro d'avanguardia, L'isola, chiuso nel 1923 quando si stabilì a Parigi. Qui, adottando la lingua francese e il nome di Benjamin Fondane, scrisse e pubblicò volumi di versi, impregnati della filosofia esistenzialista (Ulysse, 1933, e Titanic, 1937), e di critica, attraverso i quali si rivela un innovatore interprete e teorico della poesia (Rimbaud, le voyou, 1933; Faux traité d'esthétique, 1938), nonché saggi sulla filosofia esistenzialista, parte dei quali è raccolta in La conscience malheureuse (1936). La sua produzione poetica romena consiste in un unico volume, Panorami (1930). Si tratta di versi apparentemente bucolici, mentre in realtà la contemplazione della natura provoca in Fundoianu uno stato di inquietudine e tristezza: il paesaggio, impassibile, muto, indifferente, acuisce in lui la sofferenza interiore e serve a sottolineare la sua solitudine, la sua impossibilità di comunicare. Fundoianu ricorre ad armonie dissonanti, prosaiche, a una vera e propria “retorica discendente”, iniziando così, nella poesia romena, un processo di demistificazione e spoetizzazione della natura. Questo suo unico volume è importante per la modernizzazione della letteratura romena, mentre la saggistica si presenta come l'opera di uno dei più fini e avanzati spiriti critici della cultura romena degli anni Venti.