Istrati, Panait
romanziere romeno (Brăila 1884-Bucarest 1935). Dopo una adolescenza difficile esercitò i mestieri più disparati; visitò il Medio Oriente, per approdare poi in Svizzera e Francia. Qui, nel 1921, dopo un tentativo di suicidio, divenne amico di Romain Rolland, che scoprì l'ingegno eccezionale dello scrittore. Nel 1923 Istrati pubblicò, in francese (come è avvenuto per la maggior parte delle sue opere) e con una prefazione dello stesso Rolland, Chira Chiralina, di cui diede anche la versione romena. In questo, come negli altri racconti, riuniti nel ciclo Les recits d'Adrien Zografi (Oncle Anghel, 1924; Présentation des haïdoucs, 1925; Mikaïl, 1927, ecc.), Istrati, con vigoroso realismo, ha rievocato quel mondo balcanico, e soprattutto l'ambiente pittoresco ed equivoco del porto, in cui aveva trascorso la sua giovinezza. Comunista convinto, dopo un viaggio nell'Unione Sovietica rifiutò l'ideologia, testimoniando questa drammatica esperienza nel volume Vers l'autre flamme (1929). Tra le opere scritte direttamente in romeno va ricordato il volume autobiografico Passato e futuro (1925).