Franco Bahamonde, Francisco
Indicegenerale e statista spagnolo (El Ferrol, Galizia, 1892-Madrid 1975). Fece esperienza militare nel Marocco spagnolo e nel 1925 venne promosso generale. Tornò in Spagna nel 1927, come comandante dell'Accademia militare di Saragozza. Nell'ottobre 1934 diresse la repressione della rivolta nella Catalogna e nelle Asturie. Il governo di centro-destra nel 1935 lo nominò comandante in capo nel Marocco e, tre mesi dopo, capo di Stato Maggiore generale, posto-chiave dal quale egli iniziò l'epurazione degli elementi progressisti dall'esercito. Il suo appello al presidente del Consiglio, che offriva l'appoggio dell'esercito per ristabilire l'ordine (26 giugno 1936), fu respinto e con la vittoria del Fronte Popolare delle sinistre (1936) venne deciso il suo allontanamento da Madrid. Nominato governatore delle Canarie, egli continuò tuttavia a tenere contatti segreti per l'attuazione di un colpo di Stato contro la Repubblica. Questo iniziò il 17 luglio 1936 in Marocco, dove Franco si era recato con un aereo inglese per assumere il comando dei ribelli. Con quell'atto Franco si assumeva la responsabilità della guerra civile. Nominato “generalissimo” e capo dello Stato con pieni poteri dalla Giunta di governo di Burgos, creata dai ribelli in antitesi al governo centrale di Madrid, Franco attraversò lo stretto di Gibilterra con le sue forze e il 28 marzo 1939, dopo tre anni di durissima lotta che condusse con l'appoggio dell'aviazione italiana e tedesca, entrò nella capitale. Intanto già dal 1937 Franco aveva proceduto all'unificazione delle varie organizzazioni ribelli nella Falange Spagnola Tradizionalista e delle Giunte Offensive Nazional-sindacaliste, assumendone anche la direzione. Nel 1938 aveva trasformato la giunta di governo in governo nazionale, diventandone capo, e nel 1939 aveva aderito al Patto Anticomintern. Allo scoppio della seconda guerra mondiale evitò ogni intervento, seguendo una politica neutrale. All'interno Franco procedette a severe purghe degli elementi considerati ostili e iniziò la strutturazione dei sindacati verticali assoggettati al potere dalla contemporanea presenza dello Stato e degli imprenditori accanto ai lavoratori. Sua preoccupazione costante fu di evitare una rottura fra le forze dell'esercito, della falange e della Chiesa, programma che attuò con la formula dello Stato cattolico e sociale. Quanto al problema della successione, considerando inammissibile la pretesa di Giovanni, conte di Barcellona, al trono di Spagna, Franco il 7 giugno 1947 promulgò la legge di successione (ratificata il 26 luglio successivo) con cui dichiarava che la Spagna era un regno e si confermava capo dello Stato. Ciò preluse alla separazione delle cariche di capo dello Stato e di capo del governo, proclamata con la Legge Organica dello Stato (1966) e all'annuncio del 22 luglio 1969 in cui Franco rivelò che suo successore, col titolo di re, veniva nominato il principe Juan Carlos di Borbone, figlio del conte di Barcellona. Nel 1973 Franco attuò la divisione delle cariche di capo dello Stato e di capo del governo.
Bibliografia
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