Ečmiadzin
città (32.000 ab.) della Repubblica dell'Armenia, alle falde sudorientali del massiccio dell'Aragac, 15 km a WNW di Jerevan. Industrie tessili e alimentari. § La città (fino al 1945, Vagaršapat) venne fondata agli inizi del sec. II d. C. dal re Vagharš sul luogo di un abitato più antico, noto dal sec. VII a. C. Capitale dell'Armenia e sede dei patriarchi successori di S. Gregorio dal sec. IV al V, la città divenne nel 1441 sede del patriarca della Chiesa gregoriana, ed è tuttora il principale centro religioso della Chiesa armena. Passata alla Russia nel 1828, Ečmiadzin ebbe nel periodo sovietico l'attuale assetto urbanistico. La cattedrale, intitolata alla Discesa dell'Unigenito (S. Eǰmiacin), fondata all'inizio del sec. IV, ricostruita in forma di tetraconco cupolato nel sec. VII, ha assunto però il suo aspetto definitivo nei sec. XVII-XVIII. Intorno alla chiesa e all'interno del muro di cinta, si trovano gli edifici del patriarca e dei monaci, la casa dei pellegrini, la biblioteca (con importanti manoscritti), la stamperia, un museo di arte religiosa. Ai margini della città moderna sorge la chiesa di S. Ripsime (618), del tipo quadriconco cupolato e inscritto. Restano anche le chiese di S. Gayanè del sec. VII, di S. Šołagat del sec. XVII nonché tracce archeologiche di due piccole chiese a sala del sec. V.