Cilìcia
regione storica dell'Asia Minore, tra la catena del Tauro e la costa mediterranea, corrispondente al territorio delle attuali province turche di Adana e İçel. § Il nome Cilicia in genere designa due regioni: la Cilicia Tracheia (aspra), altopiano calcareo nella catena centrale del Tauro, e la Cilicia Pediàs, zona pianeggiante tra il Tauro e l'Amano. Gli annali dei re assiri attestano una serie di Stati neo-ittiti che, grazie all'instabilità del potere centrale, usufruirono di una relativa indipendenza. In seguito, il re cilicio Syennesis I, assieme a Labineto di Babilonia, fu mediatore per la pace tra Aliatte di Lidia e Ciassare II di Media. Verso la metà del sec. VI a. C. la Cilicia era divisa in due zone, una orientale sottomessa ai re neo-babilonesi e una occidentale indipendente. Sotto il successivo dominio persiano la Cilicia conservò propri dinasti; in età ellenistica fu contesa tra i Seleucidi e i Tolomei. I Romani costituirono per la prima volta una provincia di Cilicia nel 102 a. C., ridotta al litorale, con postazioni di sorveglianza costiera contro i pirati che tradizionalmente avevano il loro covo nelle regioni interne. Con Pompeo (67 a. C.) la provincia fu ampliata, comprendendo l'interno montuoso e la Cilicia Pediàs; con Augusto le due parti della Cilicia furono assegnate rispettivamente alla Galazia e alla Siria e la provincia di Cilicia scomparve. Sotto Vespasiano le due Cilicie vennero nuovamente riunite in provincia. Caduto l'Impero Romano, la Cilicia fu bizantina, poi persiana (613), poi araba (710), poi di nuovo bizantina. Nel sec. XI fu invasa dai Turchi Selgiuchidi di Alp Arslān; quindi dalle dinastie rupenide e hethumiana (sec. XI-XIV). § Nei sec. XI-XIII il territorio della Cilicia vide una nuova fioritura dell'arte armena, quando vi si stabilì un piccolo principato costituito dall'aristocrazia armena ivi immigrata dopo essere sfuggita all'invasione selgiuchide. I contatti commerciali con l'Occidente europeo (attraverso i crociati) e con Bisanzio spiegano la presenza di nuovi elementi decorativi e strutturali (come la comparsa dell'arco a sesto acuto) accanto a quelli tradizionali dell'arte armena. Mentre le costruzioni religiose non si distaccano dagli schemi tradizionali, se non per una maggiore semplicità, notevole sviluppo ebbe l'architettura civile, i cui esempi più famosi sono i castelli fortificati dei principi armeni. Influssi islamici e persiani sono evidenti nelle decorazioni scultoree, ricche di intrecci a racemi e a motivi zoomorfi. È infine da ricordare la scuola di miniatura della Cilicia (sec. XIII-XIV), che si distingue per la raffinatezza delle composizioni figurate, che si possono paragonare alla contemporanea arte miniaturistica europea.