Charyn, Jerome
scrittore statunitense (New York 1937). Autore di romanzi e short-stories, commediografo ed editore, Charyn passa da una prima fase realistica e tradizionale ad una scrittura antirealista, inventiva e ironica, sulla scia delle esperienze postmoderne: è a questa seconda fase che appartengono le sue opere più interessanti, come Blue Eyes (1974; Occhi blu), Marilyn the Wild (1976; Marilyn la selvaggia), The Franklin Scare (1977), sorta di parodistica versione del romanzo storico, e The Seventh Babe (1979), apparentemente una storia di ambiente sportivo, in realtà ironica e psicanalitica rivisitazione dei generi tradizionali, scritta sotto l'evidente influsso di García Marquez. L'opera più nota di Charyn è The Catfish Man (1980; Il pesce gatto), bizzarro e divertente dell'uomo americano che non cresce mai: nella metafora dell'eterno bambino che questo romanzo illustra, è espressa la concezione della letteratura cui Charyn è approdato: scrittura come gioco verbale, come erratico vagare sui sentieri della fantasia, invenzione sfrenata di storie, situazioni e personaggi. Come il protagonista del romanzo, anche lo scrittore americano non cresce mai, poiché la sfrenata e giocosa prospettiva del “raccontar storie” allontana e rimanda all'infinito il momento della maturità. Panna Maria (1982) è un romanzo sull'immigrazione polacca negli USA all'inizio del secolo. Sempre impegnato a giocare coi generi, Charyn crea in Paradise Man (1987) una specie di giallo rovesciato (visto dalla parte dell'esecutore del crimine), dallo stile singhiozzante e arruffato, che ci offre la visione cupa e disordinata di una New York corrotta. Torna al racconto poliziesco con Movieland (1989: Movieland, Hollywood e la cultura del sogno americano), Billy Bud KGB (1991), Back to Bataan (1993; trad. it. Sognando Bataan), Bronx (1997), Death of a Tango King (1998; Morte di un re del tango) e Little Angel Street (2002; La strada del piccolo angelo).