Mark Twain
IndiceBiografia
Pseudonimo dello scrittore statunitense Samuel Langhorne Clemens (Florida, Missouri, 1835-Redding, Connecticut, 1910). È figura di primo piano nell'ambito della narrativa americana del secondo Ottocento. Rimasto orfano di padre all'età di dodici anni, lavorò come apprendista tipografo con il fratello Orion presso il giornale Courier a Hannibal nel Missouri, dove la sua famiglia si era trasferita. Visse per un certo periodo a New York per poi trasferirsi a Keokuk, nello Iowa, dove di nuovo con il fratello si occupò della pubblicazione del quotidiano locale. Di carattere irrequieto, fu tipografo a Cincinnati, pilota di vapore sul Mississippi (da cui lo pseudonimo Mark Twain, “marca due”, per segnalare la profondità dell'acqua durante la manovra del battello), reporter nel Nevada e a San Francisco. Visse poi per un certo periodo insieme ai cercatori d'oro e di nuovo a New York, da cui partì per un lungo viaggio nel Mediterraneo e in Palestina. Tornato in America, si stabilì nel Connecticut, dove visse fino alla morte, compiendo parecchi viaggi in Europa, anche per tenervi cicli di conferenze.
Opere
La produzione letteraria di Mark Twain, per quanto eterogenea nelle proposte e nelle soluzioni formali e tematiche, si muove essenzialmente lungo due filoni: il tentativo di agganciare l'atto letterario a una dimensione socio-culturale propria del West (la tradizione humour, il tall-tale, il recupero e l'evidenziazione del demotico), l'uso del linguaggio colloquiale e gergale, quale innovazione primaria e artificio costante della sua narrativa maggiore. La fama di Mark Twain è essenzialmente legata a due opere: The Adventures of Tom Sawyer (1876; Le avventure di Tom Sawyer) e The Adventures of Huckleberry Finn (1885; Le avventure di Huckleberry Finn), nelle quali confluisce tutta una serie di motivi tematici e proposte formali a cui si sarebbe rifatta un'ampia parte della narrativa americana del Novecento. Il discorso di Mark Twain si focalizza in questi due romanzi sulla figura dell'adolescente, radicato in un humus culturale specifico, quello della provincia del Sud-Ovest, rapportato al mondo esterno inteso come comunità, società precostituita e natura incontaminata. Nel primo romanzo le avventure in cui sono coinvolti Tom, figura di ragazzino intelligente e pronto all'azione, e Huck, suo compagno di giochi, portano per gradi i protagonisti a un'iniziazione in negativo alla realtà esterna. Nel secondo romanzo, al di là dell'evolversi della storia, l'autore sembra più teso alla formulazione in chiave simbolica di soluzioni esistenziali alternative a quelle imposte ai protagonisti dal mondo esterno, non più subito, ma gradualmente conosciuto e modificato, e alla delineazione della graduale presa di coscienza da parte del giovane protagonista della propria “alterità” nei confronti del mondo esterno e della situazione di conflittualità permanente tra esigenze individuali e non. Il primo racconto che portò Mark Twain alla ribalta letteraria contemporanea fu The Celebrated Jumping Frog of Calaveras County (La famosa rana saltatrice della contea di Calaveras), pubblicato nel 1867 insieme ad altri racconti: in esso si narra la storia di un eccezionale ranocchio ammaestrato, che è in grado di battere in gare di salto qualsiasi altro ranocchio, fino al giorno in cui, imbottito di pallini di piombo dal proprietario di un ranocchio rivale, è battuto a sua volta. Il discorso avviato da Mark Twain in questo racconto, esempio paradigmatico di racconto esagerativo (tall-tale), riguarda, più che la vicenda in sé, l'interessante delineazione dei personaggi popolari, assunti quali prototipi di “eroi” caratteristici del West, ingenui e sprovveduti, del tutto privi di sofisticazione, ma dotati di humour e genuinità di sentimenti, che sarebbero divenuti tipici della narrativa twainiana posteriore. In The Innocents Abroad or The New Pilgrims' Progress (1869; Gli innocenti all'estero o il nuovo progresso del pellegrino) Mark Twain ripropone infatti, lungo il medesimo filone narrativo, il confronto tra questo tipo di personaggio, assunto a rappresentante dell'americano medio, e gli “eroi” appartenenti a un panorama umano e culturale di segno contrario, quello del mondo mediterraneo, in particolare dell'Italia e della Terra Santa da lui visitate. La presenza di espliciti riferimenti autobiografici si configura quale ulteriore struttura portante del discorso di Mark Twain e fa confluire in due sue altre opere, rispettivamente Roughing It (1872; Vita primitiva) e Life on the Mississippi (1883; Vita sul Mississippi), l'esperienza fatta quale giornalista e pilota fluviale a contatto diretto con un ambiente esplicitamente popolare che nell'opera degli scrittori contemporanei aveva occupato uno spazio del tutto secondario, ma nella quale Mark Twain riconosceva un potenziale umano e politico “altro” rispetto a quello del Vecchio Mondo. Se in questa fascia della sua produzione letteraria Mark Twain attribuiva indirettamente all'America la realizzazione dell'ideale whitmaniano di un sistema politico ugualitario e democratico, in altre opere esplicitamente evidenziò la corruzione degli organismi politici del Vecchio Mondo e dei valori a esso sottesi, per esempio in The Prince and the Pauper (1882; Il principe e il povero), una satira della monarchia inglese durante il regno di Edoardo VI, e in A Connecticut Yankee in King Arthur's Court (1889; Uno yankee del Connecticut alla corte di re Artù), lucido attacco alla crudeltà e oppressione sotto l'Inghilterra arturiana, a cui la civiltà moderna non è però in grado di offrire una vera alternativa. Col passare degli anni tuttavia la visione del mondo proposta da Mark Twain si andò modificando tanto che verso la fine egli sembrò volerne privilegiare il lato più pessimistico, mettendo in luce nelle ultime opere la fondamentale impotenza dell'uomo di fronte alle forze del male. Non a caso, con la produzione finale, The Man That Corrupted Hadleyburg (1900; L'uomo che corruppe Hadleyburg), What Is Man? (1906; Che cosa è l'uomo?), The Mysterious Stranger (1916; Lo straniero misterioso), l'autore chiude la parabola della propria opera letteraria e del pensiero che l'aveva informata abbandonando i modelli strutturali aperti ed eterogenei adottati nell'opera maggiore, per registrare sotto forma di conte philosophique la fragilità e inadeguatezza delle risorse individuali di fronte alle forze incontrollabili di un cosmo deterministicamente concepito. Il capovolgimento delle teorie esistenziali avanzate nelle opere anteriori coinvolse un vero e proprio inaridimento dei contenuti stessi del discorso e per Mark Twain significò sul piano letterario l'estinguersi delle possibilità inventive felicemente esplicitate nella produzione maggiore.
Bibliografia
G. C. Bellami, Mark Twain as a Literary Artist, Norman, 1950; F. Baldanza, Mark Twain, New York, 1961; P. Mirizzi, Mark Twain, Roma, 1965; James S. Cox, Mark Twain: the Fate of Humour, Princeton, 1966; D. Tarizzo, Mark Twain, Milano, 1976; S. Portelli (a cura di), Interpretazioni di Mark Twain, Roma, 1978.