Burgess, Ernest Watson
sociologo statunitense (Tilbury, Canada, 1886-Chicago 1966). Professore di sociologia all'Università di Chicago, presidente della Società americana di sociologia, tra i maggiori rappresentanti della Scuola di Chicago; prendendo spunto dai temi forniti dalla città, sviluppò la teoria ecologica, matrice della sociologia urbana contemporanea. Tra il 1920 e il 1930, spinto dal duplice interesse per la descrizione dei fenomeni sociali e per la caratterizzazione culturale di determinate aree della città di Chicago, mise a punto, insieme ad alcuni collaboratori fra cui E. Park, la cosiddetta teoria delle aree naturali (contrapposte alle aree amministrative). Ciò gli permise non solo di descrivere la struttura sociale della città in esame, ma di tentare una teorizzazione della conoscenza sulla distribuzione spaziale dei fenomeni sociali. Tra le opere: The City (1925) e Contributions to Urban Sociology (1964). § Il modello elaborato da Burgess – riconducibile alla teoria formulata ca. un secolo prima, da J. H. von Thünen per l'utilizzazione agricola dei terreni – ha rappresentato il punto di partenza per la riflessione teorica sull'uso del suolo urbano nel sec. XX. Esso muoveva dal presupposto che la rendita fondiaria si distribuisse in misura regolarmente decrescente dal centro alla periferia, formando una serie di anelli concentrici nei quali si andavano a localizzare le diverse funzioni produttive e abitative. Ne scaturì la struttura tipica della città legata alla prima rivoluzione industriale, ormai matura e prossima alla transizione verso la fase neotecnica. Il centro ospitava, così, le attività commerciali e terziarie in genere; seguiva una corona industriale, peraltro in via di delocalizzazione; poi la zona residenziale operaia, con edifici multipiani, e quella destinata alle classi socialmente più elevate, con abitazioni unifamiliari; infine, all'esterno, il bacino dei lavoratori pendolari, che rappresentava il passaggio dalla città alla campagna.