Brìndisi (provincia)
Indiceprovincia della Puglia, 1840 km², 402.985 ab. (stima 2007), 220 ab./km², capoluogo: Brindisi. Comuni: 20. Sigla: BR.
Generalità
Istituita nel 1927 con parte del territorio delle province di Lecce e di Bari, è per estensione e numero di abitanti tra le minori province pugliesi, seguita soltanto da quella di Barletta-Andria-Trani. Si sviluppa lungo il mare Adriatico con una costa perlopiù unita e rettilinea, interrotta solo dall'insenatura articolata di Brindisi, e confina con le province di Bari, Taranto e Lecce.
Territorio
Nella suo territorio si possono distinguere due regioni geografiche: le alteterre calcaree delle Murge (a NW), che digradano a E e a SE con una successione ben marcata di ripiani, e il Tavoliere di Lecce (a SE), una pianura calcarea che costituisce la parte più settentrionale della piatta e uniforme Penisola Salentina, separati tra loro da una linea di frattura tettonica, l'Istmo Messapico (o Soglia Messapica), che si sviluppa tra le insenature di Brindisi e di Taranto. La scarsità delle precipitazioni e la diffusione delle formazioni calcaree ostacolano sensibilmente lo sviluppo dell'idrografia superficiale, limitata a pochi corsi d'acqua, come il Canale Reale, dal regime marcatamente torrentizio. Le principali emergenze ambientali riguardano la natura calcarea del territorio, facilmente erodibile, la presenza di cave spesso sfruttate in maniera indiscriminata e l'inquinamento del suolo, causato sia dall'uso di fertilizzanti agricoli sia da alcune discariche autorizzate e abusive. L'unica area protetta appartenente al territorio provinciale, la Riserva Naturale Torre Guaceto, tutela un tratto costiero caratterizzato da baie, dune, stagni e foresta sempreverde, ed è integrata dall'omonima riserva marina con fondali sabbiosi e rocciosi. Le condizioni climatiche sono quelle tipiche delle regioni mediterranee: inverni miti e piovosi ed estati calde e asciutte. L'alto tasso di natalità che ha caratterizzato la provincia dall'Unità d'Italia, come del resto l'intera regione, compensando il contemporaneo flusso di emigrati, si è attenuato nel corso del Novecento. Alla fine del sec. XX il saldo del movimento naturale della popolazione si presenta negativo e non è sufficientemente bilanciato dall'immigrazione straniera, nonostante si sia ridotto il flusso migratorio verso altre province o regioni. La popolazione è molto concentrata nel capoluogo, che ha evidenziato una notevole crescita demografica negli anni Ottanta del sec. XX, regredita tuttavia in modo considerevole nel decennio successivo, come in molti centri della provincia, quali Mesagne, Cellino San Marco e Torre Santa Susanna. Oltre a Brindisi, dove risiede più di un quinto della popolazione provinciale, si segnalano come centri maggiori, con più di 30.000 abitanti, Fasano, Francavilla Fontana e Ostuni; seguono Mesagne, Ceglie Messapica e San Vito dei Normanni. Non servita da autostrade, la provincia dispone di una rete viaria basata su strade statali fondamentali per i collegamenti, quali la SS 7, la via Appia antica, che porta a Taranto e, attraversando l'Appennino, a Roma; la SS 379, che passando per Fasano arriva a Bari; le SS 16 e 613, che, correndo parallele, portano a Lecce. La rete ferroviaria si articola in due direttrici: Brindisi-Taranto-Metaponto-Reggio di Calabria e Foggia-Lecce. L'aeroporto del capoluogo serve anche la vicina provincia di Lecce, mentre il suo porto è uno scalo importante per le correnti turistiche dirette in Grecia e in Turchia.
Economia
Nonostante il processo di industrializzazione che ha investito il capoluogo, l'economia della provincia resta essenzialmente agricola. L'agricoltura, che si basa su una struttura aziendale piuttosto frazionata, nel secondo dopoguerra ha subito una sensibile evoluzione, con la bonifica di estese aree paludose e con la diffusione dell'irrigazione. Olivi e viti dominano il paesaggio agrario: i primi rivestono soprattutto le aree collinari, ma crescono anche in pianura; le seconde, invece, pur non mancando sui versanti delle colline, preferiscono i terreni pianeggianti. La maggioranza dei vigneti produce robusti vini rossi da taglio, ma anche rinomati vini tipici, quali i DOC salice salentino, aleatico di Puglia, ostuni bianco e ottavianello. Tra le colture legnose un posto di rilievo hanno gli alberi da frutta, soprattutto gli agrumi e i peschi. La superficie a seminativo è in gran parte utilizzata dai cereali e dalle colture industriali (tabacco, barbabietola da zucchero) e per il resto da meloni, legumi e ortaggi. L'attività industriale ha un importante polo nel centro petrolchimico di Brindisi, che dalla fine del sec. XX ha però ridotto la sua attività. Altre minori concentrazioni industriali si trovano nei due nuclei di Ostuni e Francavilla Fontana, che accolgono attività manifatturiere operanti nei settori meccanico, tessile e dei materiali da costruzione, e stabilimenti di trasformazione dei prodotti del suolo. Il settore terziario, anche se non molto sviluppato, è concentrato, in special modo, nel capoluogo, che è sede universitaria. Nella formazione del reddito provinciale notevole è il ruolo rivestito dal turismo, favorito dalla presenza del porto di Brindisi, ma anche dal richiamo di alcuni centri caratteristici (Fasano, con il suo zoo-safari, Selva di Fasano, Laureto, Ostuni, Francavilla Fontana, Oria, San Vito dei Normanni, Carovigno). Lungo il litorale, numerose sono le località balneari (Torre Santa Sabina, Lido Specchiolla, Torre San Gennaro ecc.), meta spesso di un turismo internazionale, come Marina di Ostuni, e dotate di porticcioli (Savelletri, Torre Canne) adatti a ospitare imbarcazioni da diporto. In sviluppo è l'agriturismo, soprattutto nella zona di Cisternino e Ceglie Messapica, caratterizzata dai trulli.