Brìndisi (città)
Indicecapoluogo della provincia omonima, 13 m s.m., 328,29 km², 89.979 ab. secondo una stima del 2007 (brindisini), patrono: san Teodoro d'Amasea e san Lorenzo da Brindisi (prima domenica di settembre).
Brindisi. Una delle colonne, in particolare l'unica rimasta integra, che segnavano il termine dell'antica via Appia.
De Agostini Picture Library/M. Pedone
Generalità
Città della Puglia situata su un piccolo promontorio all'interno di un'insenatura che si ramifica in due bracci di mare (Seno di Levante e Seno di Ponente), comunicanti con il mare Adriatico mediante il canale Pigonati. I due seni (antiche valli fluviali sommerse dal mare) formano un porto interno, l'unico sicuro della costa adriatica pugliese; al di là del canale, lungo 220 m e largo 100, si apre il porto esterno, protetto dall'isola di Sant'Andrea, cui segue l'avamporto, limitato da un cordone di isolotti, detti “Pedagne”. Sul suo porto Brindisi, di cui la posizione geografica all'estremità meridionale d'Italia faceva lo scalo naturale verso l'Oriente, basò sin dall'antichità le sue fortune. L'originario nucleo, cinto da mura megalitiche, era situato nel punto più elevato ed estremo della penisoletta, di fronte all'incontro dei due bracci, in corrispondenza dell'area circostante l'attuale piazza del duomo; ma fu dopo la conquista romana che la città acquistò importanza. Collegata direttamente con Roma mediante la via Appia, divenne il principale porto romano verso l'Oriente, svolgendo un ruolo di primo piano sia come centro commerciale, sia come munita base militare. In breve la città s'ingrandì, occupando tutto l'aggetto peninsulare, e si popolò, per quell'epoca, straordinariamente: nel periodo di maggior floridezza contava 50.000 ab., mentre dalla caduta dell'impero in poi ne registrò costantemente solo poche migliaia: ancora nel 1861 la sua popolazione era di 9100 unità. L'agglomerato urbano mostra un aspetto piuttosto composito per l'alternarsi di antico e moderno. Il nucleo più antico, sviluppatosi dall'originario centro messapico, sorge sulla sporgenza peninsulare protesa tra i due seni del porto; pur avendo subito notevoli modificazioni a causa dei danni bellici e delle opere di ricostruzione, conserva immutato il suo impianto urbanistico e notevoli resti delle mura cinquecentesche (bastioni, porta Lecce e porta Mesagne). Lo sviluppo moderno della città ebbe inizio nel 1865 con l'inaugurazione della stazione ferroviaria; nel 1927, anno in cui Brindisi fu eretta a capoluogo di provincia, la città si espanse al di fuori delle antiche mura. Ma fu soprattutto dopo il 1950, con il processo d'industrializzazione che ha interessato l'area portuale, che ebbe luogo una straordinaria espansione demografica e topografica, diretta soprattutto in direzione SW, lungo l'asse ferroviario Brindisi-Taranto. Più a NW, negli anni Sessanta, l'edilizia pubblica ha creato il rione Paradiso, quartiere residenziale della media borghesia, mentre carattere popolare presenta il rione Perrino, sorto dopo la seconda guerra mondiale sulle sponde del Seno di Levante. È sede arcivescovile.
Storia
Forse fondata da genti illiriche, fin dall'antichità la città basò le proprie fortune sulla favorevole posizione geografica. Il nome latino Brundisium, in greco Brentésion, deriva dal vocabolo messapico Brention (testa di cervo), con riferimento alla forma ramificata del porto. La città acquistò importanza come centro commerciale dopo la conquista romana (266 a. C.), divenendo importante base militare e il principale porto per le comunicazioni con l'Oriente; elevata a municipio dopo la guerra sociale (91-88 a. C.), nel sec. II a. C. venne unita a Roma con la via Appia. Più volte saccheggiata nel Medioevo da Goti, Bizantini e Longobardi, cadde in mano ai Saraceni (836-68) e venne distrutta da Ludovico II; nel 1071 fu conquistata dai Normanni, che ne favorirono lo sviluppo economico e sociale. Porto di imbarco di pellegrini e crociati nei sec. XII-XIII, ottenne molti privilegi dall'imperatore Federico II, che fece ricostruire le mura romane e innalzare il castello a difesa del Seno di Ponente. Gli Angioini fecero ingrandire il porto ed eressero l'arsenale; gli Aragonesi, per difendere la città dagli attacchi Turchi, promossero la costruzione della fortezza esterna dell'isola di Sant'Andrea e il canale del porto (sec. XV). Distrutta dal terremoto del 1456, la città fu riedificata da Ferdinando I d'Aragona. Fiorente sotto il dominio veneziano (1496-1509), con il passaggio agli spagnoli e l'abbandono del porto sperimentò una lenta decadenza. Nel 1775, sotto i Borbone, Andrea Pigonati riattivò il canale d'uscita del porto interno; con l'annessione all'Italia (1860) e con l'apertura del canale di Suez (1869), Brindisi divenne il principale porto d'imbarco per raggiungere l'Oriente. Durante la prima guerra mondiale fu la base delle operazioni militari nel basso Adriatico. Nel 1927 la città fu elevata a capoluogo di provincia. Il 10 settembre 1943 vi si rifugiarono Vittorio Emanuele III e il maresciallo Badoglio e la città fu sede ufficiale del governo italiano fino al febbraio 1944.
Arte
La città conserva esigue testimonianze dell'epoca romana: le colonne, che segnavano il termine dell'antica via Appia, risalenti forse al sec. I o II, frammenti di edifici e sculture. Nel nucleo urbano più antico sono raccolti i monumenti medievali: la chiesa di San Giovanni al Sepolcro (sec. XI), a pianta circolare, innalzata dai Templari su un precedente edificio paleocristiano; la chiesa di Santa Lucia o della Santissima Trinità, d'origine romanica, con un'interessante cripta basiliana, originaria dei sec. VIII-IX e rimaneggiata nel Duecento; la chiesa di Santa Maria del Casale (fine sec. XIII), eretta per volere di Filippo d'Angiò, con l'interno ornato da preziosi affreschi di carattere bizantineggiante (sec. XIV); la chiesa di San Benedetto (sec. XI), rimaneggiata nel Cinquecento, con il pregevole chiostro; e la chiesa del Cristo o del Crocifisso (1232), con la facciata caratterizzata da pietre bianche e grigie e da un ricco rosone. Al periodo romanico risale la primitiva costruzione del duomo, rifatto nel Settecento; l'interno, a croce latina a tre navate, conserva i resti dello splendido pavimento a mosaico (sec. XII). L'imponente castello svevo, costruito da Federico II nel 1227, venne rafforzato da Ferdinando I d'Aragona (1481) e successivamente ampliato da Carlo V (1550). Notevole è la chiesa di Santa Maria degli Angeli (inizi sec. XVII), con splendida facciata barocca e soffitto interamente affrescato. Nel Museo Archeologico Provinciale “Francesco Ribezzo” è custodita una collezione di reperti archeologici di provenienza locale, tra cui i preziosi “bronzi di Brindisi”, resti di statue rinvenuti in località Punta del Serrone nel 1992.
Economia
L'economia brindisina è caratterizzata dall'espansione del settore secondario: numerose sono le industrie operanti nei settori petrolchimico, chimico, metalmeccanico, farmaceutico, alimentare (stabilimenti vinicoli, oleari, pastifici e caseifici), dei materiali da costruzione e della lavorazione del legno e delle materie plastiche e sintetiche; è attiva una grossa centrale termoelettrica. Brindisi è inoltre notevole centro peschereccio e agricolo, favorito particolarmente dal clima, con produzione di cereali, ortaggi, frutta, olive e uva da vino (aleatico di Puglia e ostuni DOC). La città è luogo di transito per i turisti in viaggio verso la Grecia e altri paesi dell'Est, grazie al suo vivacissimo porto, che continua a svolgere con successo, dopo secoli, il ruolo di “porta del Levante”.
Curiosità e dintorni
In occasione del Corpus Domini si svolge la Processione del Cavallo Parato: il vescovo porta in processione per le vie principali della città l'Ostia Consacrata, montando un cavallo bianco bardato a festa. La città diede i natali al tragediografo latino Marco Pacuvio (220 a . C.-ca. 130 a. C.). Presso Brindisi si trova la chiesa romanico-gotica di Santa Maria del Casale, edificata nel primo Trecento, che presenta un'alta e sontuosa facciata, caratterizzata da un protiro pensile su mensoloni e dal rivestimento marmoreo policromo; tanto la facciata quanto i fianchi sono segnati da lesene sagomate e da archetti; l'interno, a navata unica coperta a capriate e con presbiterio voltato, è affrescato da dipinti coevi, di carattere bizantineggiante.
Bibliografia
Per la storia. Camassa, Brindisini illustri, Brindisi, 1909; idem, La romanità di Brindisi attraverso la sua storia e i suoi avanzi monumentali, Brindisi, 1934; G. Carito, S. Barone, Brindisi cristiana dalle origini ai Normanni, Brindisi, 1981. l'arte. Camassa, Santa Maria del Casale di Brindisi, Brindisi, 1916; N. Vacca, Brindisi ignorata, Trani, 1945; G. Marzano, Recenti scavi in piazza del Duomo a Brindisi, Bari, 1954; L. C. Casanelli, Della chiesa millenaria della SS. Trinità in Brindisi, Verona, 1957; A. Del Sordo, Toponomastica brindisina. Il centro storico, Fasano, 1988.