Boucher, François
Indicepittore e incisore francese (Parigi 1703-1770). Allievo di F. Lemoyne, dal 1727 al 1731 soggiornò insieme a C. Van Loo in Italia, dove ammirò la fantasia inventiva dei grandi decoratori barocchi di Roma, Napoli e Venezia e predilesse i modi ariosi del Correggio. Nel 1734 venne ammesso all'Académie Royale, di cui fu in seguito anche direttore (1765-68); protetto dalla Pompadour, fu nominato “primo pittore del Re”. La produzione di Boucher, massima espressione di un gusto di corte raffinato, capriccioso ed elegante, fu vastissima. La sua fervida attività e il suo grande successo gli consentirono tra l'altro di costituire una notevole collezione di preziose terrecotte, di oggetti cinesi e giapponesi, di incisioni e dipinti. Con uno stile caratterizzato dalla pennellata fluida e leggera, dai colori chiari e spesso traslucidi, dalle abilissime gradazioni luminose, trattò molti generi pittorici, dal paesaggio al quadro religioso, dal ritratto (serie della marchesa di Pompadour, Londra, Wallace Collection; Parigi, collezione M. de Rothschild), al quadro di soggetto mitologico, che preferiva (Diana al bagno, Parigi, Louvre; Nascita di Venere, Stoccolma, Nationalmuseet), al quadro di genere, dove realizzò le sue opere migliori (La toilette, Stoccolma, Nationalmuseet; La colazione, Parigi, Louvre). Particolarmente significative, in quanto collocate nel loro ambiente autentico, sono le opere nel Salone ovale dell'Hôtel Soubise e quelle nella Sala del Consiglio del Castello di Fontainebleau. Importante fu inoltre la sua opera di incisore (mise a punto tra l'altro alcune tecniche riproduttive di disegni) e di illustratore (tavole per le commedie di Molière); numerosissimi anche i suoi disegni, eseguiti con tecniche svariate. Sovrintendente delle manifatture dei Gobelins e direttore di quelle di Beauvais, per queste ultime fornì sei serie di cartoni per arazzi, tra cui le migliori sono quelle con le Storie di Psiche e con gli Amori degli Dei, ispirati alle Metamorfosi di Ovidio. Eseguì anche disegni per la manifattura di porcellana di Sèvres; celebri sono i gruppi della Lanterna magica e di Giove e Leda. Ammirato dai contemporanei, Boucher venne in seguito considerato artista frivolo e vacuo. Gli scritti che gli dedicarono i Goncourt (1865) hanno invece avviato la rivalutazione critica di questo esponente del rococò francese, che rifletté nelle sue opere l'aristocrazia all'inizio del suo declino.
François Boucher . Il ratto di Europa (Londra, Wallace Collection).
Londra, Wallace Coll.
Bibliografia
M. Florisoone, La peinture française au XVIIIe siècle, Parigi, 1948; Ananof, Boucher, Milano, 1976; L. Réau, voce François Boucher, in “Enciclopedia Universale dell'Arte”, vol. II, Novara, 1980.