Biagi, Ènzo
giornalista e scrittore italiano (Lizzano in Belvedere, Bologna, 1920-Milano 2007). Cronista anticonvenzionale di avvenimenti, personaggi e aspetti del costume contemporaneo, che analizza con umanità e talvolta con intimistica bonomia, è stato direttore del settimanale Epoca (1952-60) e del Resto del Carlino (1971), quindi collaboratore del Corriere della Sera (a più riprese), de la Repubblica e dei settimanali L'Espresso e Panorama. Ha pubblicato numerosi volumi, affrontando i generi più svariati: romanzi (Disonora il padre, 1975, Una signora così così, 1979, Scusate dimenticavo, 1998); biografie (Il signor Fiat, 1976, su G. Agnelli, e La bella vita, 1996, su M. Mastroianni); libri-inchiesta (la serie Geografia, dal 1973 al 1980, su otto diversi Paesi, Il sole malato, 1987, sull'AIDS, La disfatta, 1993, sull'Italia delle tangenti); reportages storici (1935 e dintorni, 1982, 1943 e dintorni, 1983, Diciamoci tutto, 1984, Lubjanka, 1991, I padroni del mondo, 1994); libri-intervista (Il boss è solo, 1986, sul pentito di mafia Tommaso Buscetta, Giro del mondo, 2000, su dieci famosi scrittori); opere improntate sul connubio fra cronaca e memoria (l'autobiografico Mille camere, 1984, Lunga è la notte, 1995, Odore di cipria, 1999, Addio a questi mondi, 2002); libri di costume (I come Italiani, 1993). Per quanto riguarda la sua attività televisiva, Biagi, negli anni Sessanta, è stato direttore del Telegiornale; inoltre, nel 1962, ha ideato e curato RT - Rotocalco Televisivo, il primo rotocalco della televisione italiana. A partire dagli anni Ottanta ha intensificato le sue apparizioni sul piccolo schermo, realizzando, soprattutto per Rai Uno, numerose trasmissioni. Tra queste ricordiamo: Il caso (1987-88), I dieci comandamenti all’italiana (1991), Una storia (1992), Processo al processo e la Lunga marcia, un'inchiesta sulla Cina, entrambe del 1994, Il fatto (1995-2002), Fratelli d’Italia e Cara Italia (1998). Il successo popolare di queste trasmissioni, unito all'indiscusso prestigio guadagnato attraverso il suo lavoro di columnist, ha fatto di Biagi uno dei volti-simbolo del giornalismo italiano. Nel 2005 ha pubblicato Era ieri e nel 2006 Quello che non si doveva dire. La sua ultima apparizione televisiva è avvenuta nel 2007 con la trasmissione RT - Rotocalco Televisivo.