Belyj, Andrej
Indicepseudonimo del poeta, romanziere e critico letterario russo Boris Nikolaevič Bugaev (Mosca 1880-1934). Si laureò in scienze naturali ma studiò anche filosofia e arte. Simbolista della seconda generazione, fu seguace delle dottrine di V. Solovëv e di Nietzsche e dell'antroposofia di R. Steiner. La Rivoluzione d'Ottobre significò per lui l'inizio della rinascita spirituale dell'umanità. Tra il 1900 e il 1905 scrisse quattro libri di Sinfonie, in prosa poetica; nel 1904 il primo volume di versi, Oro in azzurro, cui seguirono altre raccolte: Cenere (1908), Urna (1909), Cristo è risorto (1918), La stella (1922). Nella sua lirica i motivi decadentistici ed estetizzanti si intrecciano con affermazioni apocalittiche. Assai interessanti sono i suoi romanzi, scritti in una prosa vivace, ritmata: Il colombo d'argento (1909), considerata la sua opera migliore, Pietroburgo (1913-14), grottesco ritratto di movimenti rivoluzionari russi nel periodo dei moti del 1905, con al centro la figura di un giovane terrorista che deve uccidere il padre, lo sperimentale Kotik Letaev (1915-16) e Mosca (1926-32). Lo stile nei romanzi di Belyj è prevalente rispetto a interpretazioni metaforiche o a temi ricorrenti, che pure sono presenti. Spesso anzi la forma è fine a sé stessa e si manifesta, da un punto di vista strutturale, come una sorta di cubismo in prosa: il turbine di locuzioni che caratterizzano in particolare Pietroburgo e Kotik Letaev assumono cadenze frenetiche, ossessive, vorticose, disintegrando e poi ricomponendo liberamente il tessuto narrativo. Con il passare degli anni crebbe in Belyj il distacco nei riguardi della cultura marxista: la sue pirotecniche invenzioni stilistiche e la sua tendenza a deformare la realtà non rientravano nei canoni del realismo ortodosso. Belyj scrisse anche importanti gli articoli di critica e teoria della poetica, come quelli raccolti in Il simbolismo (1910), La tragedia dell'opera (1911), Poesia della parola (1922) e La maestria di Gogol (1934). Per la storia letteraria hanno grande importanza le memorie del poeta, tra cui Ricordi di Blok (1922) A cavallo di due secoli (1931), L'inizio di un secolo (1933) e Fra due rivoluzioni (1934). Belyj influì molto sui primi prosatori sovietici, soprattutto su B. Pilnjak e V. Ivanovcrivevano nella cosiddetta prosa ornamentale e “tagliata” (rublennaja proza).
Bibliografia
J. Holthusen, Studien zur Ästhetik und Poetik des russischen Symbolismus, Gottinga, 1957; M. Cvetaeva, Incontri con Majakovskij, Pasternak, Vološin, Belyj, Milano, 1984; D. A. Siclari, Etica e cultura nel simbolismo di Andrej Belyi, Parma, 1986.