Beluci o Balūcī
IndiceGeneralità
Gruppo etnico stanziato nella regione costiera fra l'Indo e lo stretto di Hormuz. I Beluci sono Iranici che hanno conservato abbastanza puri i caratteri antropologici originari; sono raggruppati in numerose tribù divise in clan patrilineari, spesso rigidamente patriarcali. Sono in prevalenza nomadi o seminomadi dediti alla pastorizia e all'allevamento; vari gruppi sono sedentarizzati e divenuti agricoltori; la religione predominante è quella islamica di rito sunnita.
Linguistica
Il dialetto dei Beluci è un dialetto neoiranico parlato nella parte sudorientale dell'Iran (nella regione chiamata appunto Belucistan o Baluchistan) e nel Pakistan sud-occidentale. Appartiene al gruppo dei dialetti iranici occidentali; la sua attuale posizione è la conseguenza di migrazioni di cui è rimasto il ricordo nelle tradizioni popolari. Presenta due varietà dialettali principali: una settentrionale (più esposta agli influssi delle lingue indo-arie) e una meridionale, quest'ultima con caratteristiche sensibilmente arcaiche (conserva ancora, per esempio, il consonantismo medio-iranico: pād, piede, rispetto al neopersiano pā[y]).
Letteratura
La letteratura belucia è essenzialmente popolare (canti e novelle) ed è stata trasmessa soprattutto oralmente, i testi scritti sono in alfabeto arabo (in alcuni casi, specie per traduzioni della Bibbia, si è fatto uso anche dell'alfabeto latino). Dalla metà del Novecento del sec. XX si è assistito a una sua vera e propria fioritura. Fra gli esponenti di maggior prestigio va ricordato Mīr Abdul Waḥid Azat Jamaldini (1918-1986); questi, nato da nobile famiglia e dotato di vasta cultura e della conoscenza delle lingue persiana, pashtō e urdu, dedicò l'intera sua produzione poetica all'amore per la sua Patria. I suoi versi traboccanti di passione, pubblicati nel 1953 nell'antologia Voce ubriaca, venivano recitati nei vari ambienti, anche accompagnati dalla musica, secondo la più pura tradizione belucia, rappresentando in un certo senso la versione moderna della letteratura classica orale. Famosa in tutto il Baluchistan è la sua poesia Promessa, in cui il poeta promette di liberare l'amata terra. Nel 1975 fondò la rivista mensile Balochi, che ancora costituisce la più autorevole ribalta della produzione letteraria belucia contemporanea. Altra figura di rilievo della letteratura belucia è Mīr Gul Khān Nasīr (1914-1983), la cui vasta produzione costituisce una sorta di ponte ideale fra il passato e il presente, come per esempio il poema Dosten e Shiren, rifacimento di un tema caro a più d'un poeta d'epoca classica, ossia una struggente storia d'amore ambientata nel 1700. A Sayyid Zahur Shāh Hashmi (1926-1978) va riconosciuto, invece, il merito di aver iniziato l'opera di standardizzazione della lingua letteraria belucia, rendendola comprensibile a tutti, in quanto dopo l'adozione della scrittura araba questa aveva trovato ostacoli nelle numerose varianti dialettali esistenti. Negli ultimi decenni del Novecento si impone la figura di Ata Shāt (lett.: "dolce dono"), nome d'arte di Moḥammad Isḥāq (1939-1997), uno dei maggiori poeti e prosatori della nuova generazione, che ha lasciato una vasta eredità di ghazal(tipici versi della tradizione letteraria classica persiana), versi liberi, novelle, oltre a innumerevoli contributi a vari periodici. Nelle sue antologie di versi L'eclissi e La notte volge all'alba (entrambe pubblicate nel 1996) i temi caratteristici dei ghazal, cioè l'amore e il misticismo, acquistano nuove sfumature, facendo trasparire l'amore per le proprie radici e l'orgoglio delle proprie identità culturali. Questo stesso spirito anima sia The Baloch Cultural Heritage (1982), l'accurato e prezioso lavoro di Janmahmad Dashti (n. 1951), che offre un valido contributo alla comprensione delle tradizioni e delle istituzioni sociali beluci nella loro prospettiva storica, sia il manoscritto Rubini e topazi (1986) curato da Moḥammad Qāsim Kharani, raccolta di mille proverbi tramandati di generazione in generazione, che esaltano i valori della lealtà, del coraggio e della solidarietà. Ruolo insostituibile e largamente apprezzato in campo internazionale nella preservazione e presentazione del ricco patrimonio culturale belucia, invece, è quello della Baluchi Academy of Quetta che, fondata nel 1959, svolge un intenso lavoro di studio e di pubblicazione. Essa annovera fra i suoi membri numerosi intellettuali, letterati e pubblicisti che, con autorevoli interventi su vari periodici e con numerose iniziative culturali, contribuiscono alla divulgazione di questa letteratura.