Barlétta
Indicecapoluogo della provincia di Barletta-Andria-Trani, 15 m s.m., 147,41 km², 93.595 ab. secondo una stima del 2007 (barlettani), patrono: san Ruggero (seconda domenica di luglio).
Generalità
Città posta su un bassopiano al limite settentrionale della Terra di Bari, poco a SE della foce del fiume Ofanto. Il primo ampliamento urbano, lungo la costa e oltre il nucleo medievale esteso a ridosso del castello, risale ai sec. XV-XVIII. Le ulteriori espansioni si sono avute nell'entroterra, oltre la stazione ferroviaria, e nella zona litoranea. Nel mese di maggio del 2004 la città di Barletta, insieme ad Andria e a Trani, è stata istituta capoluogo della provincia di Barletta-Andria-Trani (operativa dal 2009).
Storia
Di origine apula (è la Bardulos della Tabula Peutingeriana), fu probabilmente il porto di Canosa in età preromana. Possesso bizantino e longobardo, si sviluppò sotto i Normanni, quando vi si stabilirono gli abitanti di Canne distrutta da Roberto il Guiscardo nel 1083. Federico II vi convocò nella Pasqua del 1228 il parlamento dei baroni, designando il figlio Enrico erede del trono imperiale. Nel 1310, passata al demanio, accolse il vescovo di Nazareth, in fuga dalle persecuzioni islamiche, e ne conservò la sede episcopale fino al 1818. Raggiunse il massimo splendore sotto gli Angioini (sec. XIV-XV), diventando uno dei più importanti centri del Regno di Napoli. Nel 1503 vi si fissarono le norme della cosiddetta “disfida di Barletta”, il noto episodio d'arme fra 13 cavalieri italiani, guidati da Ettore Fieramosca, e altrettanti francesi, guidati da Guy de La Motte. Devastata dai francesi nel 1528, conobbe un lungo periodo di decadenza, aggravato dalla peste (1656-57) e dai terremoti (1689 e 1731). Risollevatasi negli ultimi decenni del sec. XVIII, rifiorì grazie alle energiche iniziative dei governi di Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat. All'indomani dell'8 settembre 1943 la città oppose un'eroica resistenza alle truppe naziste.
Arte
La città conserva un ricchissimo patrimonio architettonico. La basilica del Santo Sepolcro, fondata nel sec. XI, fu completamente riedificata alla fine del Duecento in forme gotico-borgognone. Davanti al suo fianco sinistro è il famoso Colosso, statua bronzea del sec. IV alta oltre cinque metri, che i veneziani portarono forse da Costantinopoli. Grandioso è l'innesto gotico operato nei sec. XIV e XV sul duomo romanico, dedicato a Santa Maria Maggiore, che custodisce numerose opere d'arte e una ricca suppellettile scultorea. Il campanile, con monofore e polifore, è del sec. XIII. Vicino al mare si trova il castello svevo, quadrilatero, eretto su una precedente fortezza normanna e rafforzato nel 1532-37 con baluardi angolari a lancia: scenografico è il cortile, dove s'innalza una rampa di accesso agli spalti. Nel castello è allestito il Museo Civico e Pinacoteca “Giuseppe De Nittis”, dedicato al pittore che qui ebbe i natali (1846-1884); tra le sezioni in cui è organizzato il museo spiccano, oltre a varie opere di De Nittis, una collezione di dipinti e sculture di scuola napoletana (sec. XVII-XX) e una preziosa raccolta di marionette della compagnia dell'Opera dei Pupi diretta da Michele Immesi, che, trasformatasi in teatro stabile, scelse Barletta come sede. Gotiche sono la chiesa di Sant'Andrea, ampliata e rimaneggiata, con portale duecentesco, e la chiesa di Sant'Agostino, che conserva sull'altare maggiore un paliotto in pietra (Annunciazione) del Quattrocento. L'imponente palazzo Della Marra (fine sec. XVI) ha una ricca decorazione barocca alle finestre e al balcone. Tra gli altri edifici civili si segnalano i quattrocenteschi palazzi Del Leone (con scala elicoidale, del tardo Ottocento, sormontata da cupola in vetro) e dell'Arco (sec. XV).
Economia
L'industria, agevolata dalla posizione favorevole sulle vie di comunicazione stradali e ferroviarie, è sviluppata in particolare nei settori enologico (vino rosso barletta DOC), tessile, calzaturiero, metalmeccanico, dell'abbigliamento, delle materie plastiche, del cemento, dei materiali per l'edilizia e della lavorazione del legno. Risorse importanti provengono anche dalla pesca, che alimenta un mercato ittico all'ingrosso, dal commercio (il porto è il secondo della provincia) e dal turismo, assai vivace grazie al patrimonio artistico cittadino e alle spiagge, dotate di buone attrezzature. L'agricoltura produce soprattutto mandorle, cereali, uva da vino e ortaggi, largamente esportati.
Curiosità e dintorni
La città ha dato i natali all'uomo politico Carlo Cafiero (1846-1892), al direttore d'orchestra Carlo Maria Giulini (1914) e all'atleta Pietro Mennea (1952). In un palazzo del centro è stata ricomposta la storica “osteria di Veleno” o “cantina del Sole”, nota come “cantina della Disfida”, dove secondo la tradizione, il francese Guy de La Motte offese il valore dei soldati italiani; alla celebre sfida, considerata nel Risorgimento come evento anticipatore dell'unità nazionale, sono dedicati il parco letterario “Ettore Fieramosca” e una scenografica rievocazione storica (che si tiene nel mese di febbraio e in estate). I resti di Canne della Battaglia si trovano nella campagna a SW dell'abitato, dove sorgeva l'antica città famosa per la vittoria di Annibale sui Romani nel 216 a. C.