Barahona de Soto, Luis
poeta e medico spagnolo (Lucena, Cordova, 1548-Antequera 1595). Di famiglia nobile impoverita, compì gli studi di medicina a Granada, Osuna e Siviglia, divenendo amico dei maggiori letterati andalusi, fra cui Fernando de Herrera, Hurtado de Mendoza e Gregorio Silvestre. Compose libere e felici parafrasi ovidiane (Fábula de Vertumno y Pomona, Fábula de Acteón), in cui appaiono elementi comici prebarocchi; sonetti, canzoni amorose e terzine all'italiana; carmi civili di herreriano vigore (A la pérdida del rey don Sebastián en África) e cinque egloghe ricche di note autobiografiche, tra cui l'Égloga de las Hamadríades che, nell'animata invenzione e nell'acceso colorismo, anticipa Góngora. L'opera maggiore di Barahona de Soto, il poema ariostesco Las lágrimas de Angélica o Primera parte de la Angélica (1586), lodato da Cervantes nel Quijote e da Lope de Vega ne El laurel de Apolo, è poeticamente la meno riuscita. Rodríguez Marín ha attribuito a Barahona de Soto gli anonimi Diálogos de la montería (Dialoghi dell'arte della “caccia maggiore”), opera in prosa tra le migliori del Cinquecento e il più notevole libro di caccia di tutta la letteratura spagnola.